Scuola sarda: il 2 ottobre 2024 si sciopera

Cobas Scuola Sardegna accoglie l'appello dei Comitati Contro la Speculazione Energetica e indice uno sciopero della scuola sarda
24 Settembre 2024
2 ottobre 2024

Una data importante quella del 2 ottobre 2024, in questo mercoledì autunnale, infatti, il popolo sardo porterà in Consiglio Regionale le firme per la legge di iniziativa popolare Pratobello 24. Accogliendo l'appello dei Comitati Contro la Speculazione Energetica, per lo stesso giorno i Cobas Scuola Sardegna, indicono uno sciopero della scuola sarda.

Sciopero indetto contro le norme coloniali che consentono la speculazione energetica in Sardegna e per una vera autodeterminazione delle risorse energetiche da parte del popolo sardo” - precisa Cobas Scuola Sardegna -.  Il sindato ricorda, che non bisogna altresì “dimenticare la situazione di enorme sofferenza del precariato che vive un momento di gravissima difficoltà, consegnato al 'mercato delle vacche' dei titoli a pagamento, e ostaggio delle demenziali nomine con il vergognoso 'algoritmo' che sta creando pesantissime disparità ed errori che alimenteranno un gigantesco contenzioso”.

Lo sciopero della scuola” - si legge nel comunicato stampa del sindacato - è stato convocato “contro il DDL n. 1660 che minerebbe la libertà di espressione prevedendo una stretta repressiva che inciderebbe pesantemente sulla possibilità di manifestare pacificamente; contro l’Autonomia Differenziata che smantella i diritti sociali mantenendo i divari esistenti e che produrrà addirittura un aumento delle disuguaglianze; contro il Dimensionamento Scolastico e il continuo smantellamento degli Istituti, che non ha tenuto in alcun conto le specificità dei territori, ha previsto la creazione di Istituti “mostre” ingestibili e la perdita di migliaia di posti di lavoro; per lo sviluppo della Lingua, della Storia e della Cultura della Sardegna e per una Legge sulla Scuola Sarda: per l’utilizzo delle risorse della Regione Sardegna per sovvenzionare adeguatamente i trasporti, le mense, i convitti, l’edilizia scolastica e la lingua, la storia e la cultura Sarda e contro inutili attività (vedi progetti Iscol@), con le quali sono state sperperate cospicue risorse economiche; contro qualsiasi guerra, le servitù militari, la 'militarizzazione' delle scuole e le spese militari in continuo aumento e per la riconversione delle fabbriche di armi e la fine del loro commercio con investimenti di tali risorse nelle urgenti necessità sociali”.


 

 


 

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