Nuova legge elettorale. Il Confronto a Sassari

3 Aprile 2025
Sassari

Un dibattito acceso e ricco di proposte ha contraddistinto l’incontro organizzato dalle associazioni Sa Domo de Totus e la Costituente per Sassari, moderato da Leandro Cossu, sulla riforma della legge elettorale sarda. Nella sala convegni della Costituente per Sassari,
oltre cento cittadini si sono confronto con le posizioni di Antonello Licheri (Ricostruiamo la Democrazia) e Lucia Chessa (SarDegna - Liberamus su votu). Le due proposte, divise sul metodo, convergono nell’obiettivo: la Sardegna ha bisogno di una legge più equa e rappresentativa di quella attuale.

L'auspicio di un dialogo con la classe politica regionale è stato veicolato da Antonello Licheri: “Serve un Congresso del Popolo Sardo che coinvolga tutte le componenti sociali, culturali e politiche dell’isola. I consiglieri regionali vivono in un bunker – ha denunciato – e per riportarli alla realtà serve un metodo inclusivo”. Forte di questa convinzione l’esponente del progetto. Ricostruiamo la Democrazia si è dimostrato critico verso la prassi della legge di iniziativa popolare: “non possiamo affidare una legge elettorale, che deve valere per tutti e per sempre, a una raccolta di firme che si dimostra utile nel caso di grandi temi civili, ma poco adeguato quando si parla di una questione come la legge elettorale di tutti i sardi”. 

Di altro avviso Lucia Chessa che ha difeso la raccolta firme in corso: “la legge di iniziativa popolare è un messaggio al palazzo. Siamo consapevoli della difficoltà della sfida – ha proseguito l’esponente della rete SarDegna – liberamus su votu – ma buttare già una serie di principi senza proporre un articolato rischia di essere dispersivo e funzionale a chi ha interesse a mantenere tutto sul piano della propaganda. Il nostro obiettivo e focalizzarci su tre principi inderogabili e facilmente comprensibili a tutti. La nuova legge elettorale deve essere un proporzionale puro, si deve procedere ad eliminare l’elezione diretta del presidente e ad introdurre un meccanismo di stabilizzazione che impedisca la sfiducia senza un’alternativa”.

A chi replica chiedendo che fine farà la stabilità Chessa risponde così :“negli anni ’90 ci hanno venduto la storiella della governabilità, ma oggi le maggioranze hanno il sostegno di appena il 20% degli elettori – ha concluso Chessa –. Inoltre la governabilità non si misura nei cinque anni di legislatura e se si va avanti a colpi di maggioranze fittizie, i risultati sono disastrosi come quelli collezionati dalle recenti giunte che hanno fatto e disfatto alle spalle dei sardi. Il proporzionale puro restituirebbe dignità e valore al voto dei sardi”.

L’evento si chiude con un appello alla partecipazione: “I sardi stanno monitorando cosa fa il Palazzo – conclude Lucia Chessa –. Se non agiamo ora, la democrazia rischia di sgretolarsi ancora”.
La palla passa ora alla politica, chiamata a decidere se ascoltare le voci provenienti dalla società o perpetuare lo status quo.

 

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