L'estate calda della Sardegna tra attivismo, transizione ecologica e speculazione energetica
In Sardegna, quella del 2024 è un'estate calda non solo per le alte temperature.
Lo sanno bene i comitati sorti in tutta l' isola contro la speculazione energetica e in difesa dei territori. Lo sanno bene anche gli attivisti del presidio pacifico del porto di Oristano, dove in queste ore è in atto lo sgombero dei gazebo da parte delle forze dell'ordine.
Gli attivisti, che durante la scorsa notte avevano cercato di bloccare il passaggio delle turbine dirette a Villacidro, riferiscono di voler evitare che 2500 pale eoliche invadano la Sardegna e sottolineano il loro diritto a difendere la loro terra contro una speculazione energetica travestita da transizione ecologica. Transizione ecologica che nei territori dello stato italiano grava pesantemente sulle spalle della Sardegna e di chi la abita.
Ebbene sì, perché se il problema dell'energia deve essere affrontato con un'attenta analisi, bisognerà chiamare le cose con il loro nome. Bisognerà dunque iniziare a fare chiarezza, dati precisi e leggi alla mano, anche su quali saranno i vantaggi per la Sardegna, bisognerà chiarire a chi abita l'isola il perché questa nuova forma di progresso dovrebbe portare ai grandi sacrifici richiesti alle comunità. Per fare un discorso che si pretenda onesto bisognerà altresì chiarire a chi gioverà la produzione di quest'energia sostenibile. Ai Sardi forse? Se così fosse attivisti e comunità potrebbero senza dubbio ragionarci.
Nei prossimi giorni, con l'obiettivo di condurre quest'analisi, la nostra redazione darà inizio a una nuova rubrica che con interviste e approfondimenti si occuperà di questo tema.
Fonte foto: Wikipedia