Carcinoma polmonare causa di 34mila morti all'anno

Con lo screening incremento stimato della sopravvivenza 7,63 anni e riduzione costi 2,3 mld euro
19 Làmpadas 2024
carinoma polmone

Con 34mila nuovi decessi all'anno il carcinoma polmonare rappresenta la causa di morte oncologica più frequente in Italia. Negli ultimi anni, però, la chirurgia e le terapie farmacologiche hanno registrato importanti progressi. Progressi che, anche grazie alla prevenzione primaria, hanno permesso di aumentare significativamente le aspettative di sopravvivenza dei pazienti.


Il successo dei trattamenti è tuttavia legato alla precocità della diagnosi. Ed è per questo motivo che l'implementazione di un programma strutturato di screening polmonare deve rappresentare una priorità nell'ambito degli interventi e delle politiche di sanità pubblica.


Per contribuire a un dibattito aperto sul tema, con il contributo di Roche Italia, C.R.E.A. Sanità ha sviluppato un innovativo modello che, integrando e aggiornando uno studio precedente, ha analizzato per la prima volta anche l'impatto di farmaci innovativi come l'immunoterapia, terapia di recente introduzione. Oltre a ciò si è offerta una valutazione economica dello screening del cancro al polmone. Detta valutazione è basata su evidenze di costo-efficacia, costo-utilità, impatto finanziario (budget impact).


I risultati del modello stimano che l'attuazione di un programma di screening nazionale nei pazienti ad alto rischio consentirebbe, grazie a una diagnosi tempestiva, un incremento della sopravvivenza dei pazienti screenati di 7,63 anni rispetto ai non screenati. Il tutto a fronte di una riduzione dei costi sanitari pari a 2,3 miliardi di euro e in un orizzonte temporale di 30 anni.

 

In termini finanziari deve essere previsto un investimento iniziale da effettuare nel primo anno. Questo deve essere legato anche all'organizzazione dello screening, pari a circa 80 milioni di euro.


"Il modello elaborato - ha spiegato Federico Spandonaro, Professore aggregato dell'Università degli Studi di Roma 'Tor Vergata' e Presidente del Comitato Scientifico C.R.E.A. Sanità - dimostra che la promozione di uno screening della popolazione ad alto rischio per il carcinoma polmonare è una politica di sanità pubblica efficace ed efficiente che, purché adeguatamente promossa e incentivata, risulta anche sostenibile da un punto di vista finanziario".


"Parallelamente alla lotta al tabagismo - ha dichiarato la professoressa Giulia Veronesi, Direttrice del Programma di Chirurgia Robotica Toracica presso l'Irccs ospedale San Raffaele di Milano - è prioritario favorire l'accesso allo screening ai soggetti ad alto rischio, cioè fumatori o ex forti fumatori sopra i 50 anni. Le società scientifiche internazionali e la Commissione europea stanno già andando in questa direzione e raccomandano, per questi soggetti, regolari TAC al torace a basso dosaggio di radiazioni intensità, per un monitoraggio adeguato".


"Quando il tumore al polmone viene diagnosticato e trattato in fase precoce con chirurgia e farmaci - ha proseguito Veronesi - si possono raggiungere tassi di sopravvivenza a cinque anni intorno all'80%. Per questo investire in un programma strutturato di screening polmonare è oggi più cruciale che mai, perché consente un guadagno di vita di oltre sette anni a fronte di un risparmio economico per il Sistema sanitario nazionale".


"Mentre è ormai prassi consolidata fornire evidenze anche in termini di costo-efficacia delle terapie - ha commentato il Presidente Aiom, Francesco Perrone - ci sono ancora pochi dati e analisi di questo tipo sullo screening. Il modello presentato oggi sul polmone è, per questo, molto interessante e ha il potenziale per essere replicato e applicato ad altri screening oncologici, fornendo uno strumento di grande valore per guidare le politiche sanitarie".


"Grazie a significativi investimenti in ricerca – dichiara Federico Pantellini, Medical Lead Roche Italia - mettiamo a disposizione dei pazienti affetti da tumore al polmone farmaci immunoterapici e a bersaglio molecolare in grado di agire fin dalle fasi precoci della malattia, dove l'obiettivo può essere quello della cura. Per poter assicurare i benefici associati a questi trattamenti, è prioritario effettuare una diagnosi quanto più precoce e lo screening è uno strumento chiave".
"In questa prospettiva - ha concluso Pantellini - rinnoviamo la nostra volontà ad essere un partner di valore per il Sistema, collaborando con tutti gli attori in campo affinché l'accesso a questa strategia di salute pubblica così preziosa possa essere garantito. Il dibattito di oggi si inserisce nell'ambito del programma LungLive, promosso da Roche per ridefinire insieme il tumore al polmone, puntando su prevenzione primaria, screening e innovazione terapeutica fin dalle fasi precoci di malattia".


Il modello presentato fornisce uno strumento prezioso se si tiene conto del fatto che, tra tutti i tumori, quello al polmone è quello a maggiore impatto per la società: a livello mondiale l'onere raggiunge i 4.000 miliardi di dollari, mentre in Italia è stato stimato un costo annuo di 2,5 miliardi di euro. In un contesto di risorse limitate per le politiche pubbliche, l'aspetto economico non può essere trascurato.
 

Il lavoro di ricerca condotto si è concentrato sulla modellizzazione delle diverse possibili modalità alternative di effettuazione dello screening e permette di modificare la popolazione invitata e aderente, la frequenza di ripetizione dello screening e le opzioni di gestione dei casi in cui lo screening effettuato non permetta una diagnosi certa.

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