“Sindrome di Quirra”: i numeri del Comitato Scientifico di Base VM37. “Eccessi elevati di decessi dovuti a tumori emolinfatici”

19 Fiàrgiu 2011
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(IlMinuto) – Cagliari, 19 febbraio – "La scienza e la tecnica hanno cessato di essere degli strumenti di emancipazione dell'umanità e anzi, di fatto, collaborano attivamente alla realizzazione di strumenti di controllo e di distruzione sempre più sofisticati e micidiali". E' questa la convinzione che nel 2009 ha spinto medici e scienziati a costituire il "Comitato Scientifico di Base VM37". Ricercatori non "omologati" e autonomi, che hanno concentrato buona parte dei loro studi sull'impatto sulla popolazione civile delle attività del Poligono Interforze del Salto di Quirra. Con quali risultati? Le conclusioni della  relazione "Sindrome di Quirra: una prima valutazione della situazione epidemiologica", firmata dal medico Luigina Caria e dal fisico Massimo Coraddu, denunciano "un eccesso statisticamente significativo nell’incidenza di tumori emolinfatici (leucemie in particolare) tra i gruppi selezionati per la loro particolare esposizione alle attività del Pisq". L'indagine, svolta con la collaborazione dall'Associazione di Salvaguardia Ambientale del Sarrabus-Gerrei e valida per il decennio 1998-2008, ha esaminato due gruppi: i lavoratori e residenti nella frazione di Quirra e i dipendenti civili del Poligono. "In entrambi i gruppi - si legge in una nota pubblicata sul sito del Comitato - si osservano eccessi molto elevati (rispetto alla media regionale) di decessi dovuti a tumori emolinfatici, leucemie in particolare".
Questi i numeri: "Tra i lavoratori civili della base - spiega il Comitato - i decessi per tumori emolinfatici sono oltre il triplo di quelli attesi dalla media regionale; mentre se ci si limita alle sole leucemie l'eccesso è superiore a sette volte (+ 730%). Tra i residenti e lavoratori della frazione di Quirra i decessi per tumori emolinfatici sono oltre undici volte superiori alla media regionale; mentre se ci si limita alle sole leucemie l'eccesso è addirittura di sedici volte (+ 1600%)".
Quali le cause? "Nel corso degli anni - ricorda Vm 37 - sono stati indicati diversi fattori di rischio come possibili cause della 'Sindrome di Quirra': impiego di uranio impoverito; diffusione di nanoparticelle di metalli pesanti; utilizzo di sostanze chimiche inquinanti e irradiazione di intensi campi elettromagnetici".
Nell'area occupata dal Poligono - ha accertato il Comitato - sono piazzati sei radar Ris 3C: tre nel tratto di mare di fronte a Quirra, uno nella zona montana di Perdasdefogu, un altro nella marina di Tertenia e l'ultimo nel faro di Capo Bellavista, ad Arbatax.
Secondo il Comitato questi radar - con una intensità di 40 volt per metro a distanza di 300-500 metri e ancora superiore ai sei volt per metro nel raggio di 1,8-3,2 chilometri - sono "pericolosi a distanze molto grandi, ben al di fuori del demanio militare, anche in zone intensamente frequentate dalla popolazione".
"Questo studio - si legge nelle conclusioni della relazione divulgativa 'Inquinamento elettromagnetico da attività militari al Poligono di Quirra', firmata da Coraddu, Litarru e Tosciri - ha potuto stabilire con certezza che sei stazioni radar di puntamento estremamente pericolose operano da circa 30 anni a poca distanza dalle abitazioni".
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