Documento: risposta all'interrogazione di Claudia Zuncheddu sul Poligono di Quirra
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TESTO DELL'INTERROGAZIONE
INTERROGAZIONE CON RICHIESTA DI RISPOSTA SCRITTA SU Monitoraggio Poligono Interforze Salto di Quirra a cura del Ministero della Difesa
Premesso che
- le attività che si svolgono presso il poligono interforze di Salto di Quirra sono oggetto di forti proteste da parte della società civile, che ne denuncia gli effetti devastanti sulla salute pubblica legati all’abnorme incidenza di alterazioni genetiche e tumori al sistema emolinfatico (leucemie, linfomi ecc.) riscontrati nei centri abitati in prossimità del poligono, in particolare nella frazione di Quirra, e tra le categorie a maggiore esposizione (militari, famiglie di militari, pastori, dipendenti della Vitrociset, proprietari di orti e vigneti adiacenti all’area militare)
- la Commissione d’inchiesta del Senato sull’uranio impoverito ha prestato particolare attenzione al caso Quirra e ha confermato la fondatezza dei timori e delle denunce dei medici base, dei comitati spontanei e della stampa sarda. Tale Commissione ha inoltre affermato il principio di precauzione ed il dovere del Ministero della Difesa di risarcire non solo i militari inviati nei teatri di guerra ma anche i civili che, vivendo o lavorando nel territorio del poligono, sono colpiti dalle patologie associate all’inquinamento bellico (nanoparticelle, onde elettromagnetiche, uranio ecc.) ribaltando l’onere della prova e facendo carico alla Difesa di dimostrare la sua eventuale estraneità rispetto alle patologie comunemente indicate come “sindrome Balcani- Quirra”.
- in data 20 dicembre 2007, a seguito dei lavori della suddetta Commissione d’Inchiesta, il Ministero della Difesa convoca a Perdasdefogu i vertici militari, le autorità istituzionali del territorio e il comitato Gettiamo le Basi al fine di avviare “l’indispensabile attività di monitoraggio continuo” improntata alla “piena collaborazione tra Autorità locali e il Ministero stesso. Si stabilisce di costituire:
a) un Comitato d’Indirizzo Politico Territoriale (CIPT) composto da autorità militari e civili. I criteri delle nomine sono poco chiari: diversi Comuni del territorio non sono presenti mentre RAS ed ARPAS sono presenti occasionalmente e non è dato sapere con quale ruolo;
b) una Commissione Tecnica Mista di Esperti (CTME) per supportare il summenzionato CIPT con le necessarie competenze tecnico scientifiche.
- in data 7 febbraio 2008 viene convocata una seconda riunione. I Comandi militari presentano il “Piano di Monitoraggio” elaborato dalle Forze Armate, il cui obiettivo dichiarato, ossia “acquisire la certificazione ambientale in accordo alle regolamentazioni nazionali ed europee” appare teso a dimostrare che il poligono opera in condizioni di pieno rispetto e tutela dell’ambiente e di conseguenza eludere i risarcimenti dovuti e l’improrogabile ed urgente bonifica del territorio. Tale Piano, che dà per scontata la scelta di metodologia, strumenti e campi di ricerca delle Forza Armate, consiste in un Capitolato Tecnico di gara d’appalto per l’acquisto di strumentazione e fornitura di servizi (campionamento, analisi, formazione personale e soprattutto dispositivi tecnologici) e presuppone conoscenze specifiche pluridisciplinari e squisitamente tecnico-scientifiche che esulano dalle competenze standard di amministratori e di uffici tecnici degli enti locali. Peraltro, ai rappresentanti della società civile (CIPT) viene riconosciuta la facoltà di presentare osservazioni entro il termine ridottissimo di SETTE giorni. Il CIPT ripropone la questione, prioritaria, della Commissione di Esperti, la cui costituzione consentirebbe alla componente civile di valutare ed assumere decisioni informate circa le metodologie e gli strumenti di ricerca e di suffragare con le dovute conoscenze la lettura del Piano elaborato dall’Aeronautica e dal Ministero della Difesa.
- in data 5 marzo 2008 si ripresenta il Capitolato Tecnico integrato con alcune osservazioni provenienti dalla componente civile. Tali osservazioni, prive del supporto del Comitato degli Esperti - la cui nomina sarà successiva all’aggiudicazione della gara d’appalto - esulano dal merito della metodologia di ricerca e non possono che limitarsi ad aspetti marginali. A fare testo, dunque, è il Capitolato Tecnico elaborato dal Ministero della Difesa e dall’Aeronautica. Il Capitolato esclude totalmente ricerche di tipo sanitario e non prevede l’acquisizione di dati sul pregresso (il punto zero e/o punti in fieri), basilare affinché in sede scientifica ci si possa esprimere sull’impatto ambientale e sanitario. E’ evidente, infatti, che l’assenza ad oggi di tracce di inquinamento non esclude che ci sia stata contaminazione in passato;
- la formazione del personale, e di conseguenza la gestione del sistema dei controlli, è indirizzata prevalentemente ai militari, il ruolo del controllore coincide con quello del controllato. Il problema della trasparenza si somma al problema della dovuta sensibilità etica, sociale e politica per la drammatica disoccupazione che attanaglia un territorio economicamente strangolato dal sequestro di terra, mare e cielo da parte del Poligono Interforze Salto di Quirra (PISQ).
- nell’estate 2008 si espleta la gara d’appalto. Si sa che è stata gestita dalla Nato, mancano le informazioni e di conseguenza le verifiche sulle procedure. Risulta che una delle ditte che si sono aggiudicate uno dei lotti previsti dal Capitolato Tecnico è la controllata della multinazionale privata “inquilina” in pianta stabile del poligono, presumibile corresponsabile del disastro sanitario. Il costo complessivo dell’operazione ammonta a 2,5 milioni di euro. I fondi non rientrano nel budget della Difesa.
- nell’autunno 2008, ad appalto concluso, si nomina la CTME (Commissione Tecnica Mista di Esperti). Quattro persone, a costo zero, “senza oneri per la Difesa”, prive di risorse e di strumenti, dovrebbero controllare i lavori delle sei ditte private, alcune di rilevanza internazionale, vincitrici dell’appalto. Il compito appare fortemente sproporzionato rispetto ai mezzi.
- con il DPR N° 37/2009 il ministro alla Difesa, in osservanza alle indicazioni della Commissione d’Inchiesta del Senato, stabilisce criteri e modalità d’indennizzo per militari e civili
Tutto ciò premesso,
Si interroga il Presidente della Regione Sardegna per sapere
Quale ruolo rivesta la RAS, e segnatamente l’Assessorato all’Ambiente e Sanità, nelle cosiddette “attività di monitoraggio” del PISQ.
Quale ruolo rivesta l’ARPAS nel controllo del territorio.
Se ritenga che tale Piano sia scientificamente e tecnicamente adeguato a chiarire la portata dei danni ambientali e ancor più sanitari inflitti al territorio, denunciati da anni dal popolo sardo e confermati dalle due Commissioni d’Inchiesta del Senato
Se ritenga opportuno prendere in considerazione il progetto di ricerca scientifica, elaborato su richiesta del comitato Gettiamo le Basi dal prof. Mauro Cristaldi, da anni impegnato negli studi sulla contaminazione dei siti PISQ e la Maddalena, consulente scientifico della prima Commissione d'inchiesta del Senato sull'uranio impoverito (governo Berlusconi), docente alla Sapienza Università di Roma, Centro per le Scienze Applicate alla Protezione dell'Ambiente e dei Beni Culturali, Dipartimento di Biologia Animale e dell'Uomo.
Se ritenga opportuno l’utilizzo della metodologia di ricerca basata sull’utilizzo di pellicole alfa-sensibili. Si precisa che questa metodologia di ricerca, messa a punto dal Prof. Fabrizio Aumento consente di rilevare, con costi bassissimi ed in tempi brevissimi, la presenza di radionuclidi sul territorio.
Se ritenga opportuno provvedere ad un’ indagine epidemiologica mirata a superare le troppe incongruenze e lacune della ricerca epidemiologica commissionata dalla RAS al Consorzio Temporaneo d’Impresa ESA pubblicata nel gennaio 2006.
Si chiede inoltre al Presidente:
Di fornire adeguata informazione circa lo svolgimento della succitata gara di appalto (partecipanti, procedure adottate, ecc.).
Di adoperarsi affinché, in virtù del principio di trasparenza e dell’alto tasso di disoccupazione dell’area PISQ, i corsi di formazione e la gestione del monitoraggio siano affidate a personale civile.
Di tutelare e richiedere l’adeguato risarcimento economico per le vittime ed i familiari della sindrome di Quirra e di costituirsi parte civile per il danno incalcolabile subito da tutto il popolo sardo per la perdita dei suoi figli, gli attentati alla salute, la devastazione ambientale, il danno all’immagine di “paradiso delle vacanze” e le conseguenti ripercussioni economiche sull’intera isola ( considerato che in precedenza la RAS si è costituita parte civile contro i generali argentini a tutela dei sardi desaparecidos).
Di adoperarsi per esigere dal Governo la necessaria e non più rimandabile bonifica del territorio.
Di non rendere la Sardegna complice della violazione del diritto internazionale ed esigere che il Governo italiano si adegui alle norme europee e internazionali (art. 15 del protocollo di Rio) che impongono agli Stati il principio di precauzione e di conseguenza la cessazione delle attività che rappresentano un pericolo per l’ambiente e la salute.
Di attivarsi con tutti gli strumenti politici, giuridici, amministrativi di cui dispone per la sospensione delle attività del PISQ, almeno fino a quando non siano state individuate le sostanze responsabili del disastro sanitario e la zona non sia stata integralmente bonificata.
Cagliari, 19 Giugno 2009
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RISPOSTA
Oggetto: Risposta dell’Assessorato Regionale della Difesa dell’Ambiente all’Interrogazione n. 53/A su MONITORAGGIO DEL POLIGONO INTERFORZE DEL SALTO DI QUIRRA A CURA DEL MINISTERO DELLA DIFESA
Con riferimento all’interrogazione di cui all’ oggetto e per quanto di competenza dello scrivente Assessorato, si osserva quanto segue:
Punto 1 - Con nota congiunta degli Assessori della Difesa dell’ambiente e della Sanità n. 1620 del 10.10.08 è stato costituito un Comitato di coordinamento Regionale di raccordo tra le Autorità militari e la Regione Sardegna.
L’Assessorato della Difesa dell’ambiente ha nominato un proprio rappresentante all’interno della Commissione tecnica mista di esperti, d’ora in avanti per brevità CTME, di supporto al Comitato d’indirizzo politico territoriale (CIPT).
Punto 2 - La CTME ha più volte sottolineato la necessità del coinvolgimento dell’Arpas come ente territoriale preposto al controllo dell’attività, in particolare per la supervisione delle attività di campionamento di matrici ambientali eseguite dalle ditte appaltatrici e la validazione delle analisi sui campioni.
L’Assessorato ritiene che Arpas,come proprio ruolo Istituzionale, debba partecipare alle riunioni indette dal CIPT per essere costantemente informata delle modalità di svolgimento delle attività ed esprimere le proprie osservazioni circa modifiche o integrazioni da apportare al processo di monitoraggio/caratterizzazione ambientale. Relativamente al ruolo di ARPAS, richiamato dalla CTME, l’Assessorato ritiene che debba essere il Ministero delle Difesa ( stazione appaltante), in analogia a quanto previsto per la caratterizzazione dei siti contaminati, ad incaricare ARPAS e a finanziarne le relative attività di controllo.
Punto 3 – L’Assessorato ritiene che è il Piano mandato appalto, revisionato secondo le osservazioni/indicazioni della CTME, possa costituire un’indagine preliminare, da approfondire in modo mirato sulla base delle evidenze riscontrate in tale prima fase di indagine. Si sottolinea che, pur non essendo gli aspetti sanitari di competenza dell’Assessorato scrivente, si ritiene quanto mai necessario un monitoraggio sanitario da svolgersi in parallelo all’indagine ambientale, i cui esiti sarebbero certamente di supporto alle decisioni dell’ indagine ambientale stessa. Per il raggiungimento degli obiettivi del Piano lì Assessorato ritiene irrinunciabile quanto enunciato al P.to 2.
Punto 4 – L’Assessorato ritiene che ogni contributo scientifico debba essere preso in considerazione per poter efficacemente indirizzare le indagini. Si ritiene opportuno, pertanto, che il Comitato “ Gettiamo le Basi” invii la propria proposta di progetto di ricerca, corredata dei rispettivi tempi e costi di realizzazione, all’Assessorato scrivente per consentirne un’attenta analisi e la verifica della relativa applicabilità, anche parziale, per un’eventuale richiesta di estensione dell’appalto in essere al Ministero della Difesa.
Punto 5 – Si veda quanto scritto al punto precedente.
Punto 6 - Si veda la risposta al punto 3.
Cordiali saluti
l’Assessore Giorgio Oppi
( Cagliari, 27 Ottobre 2009)