Nuraxi Figus. aMpI: "Con i minatori per il territorio", Pcl: "dichiariamo guerra a chi chiude i posti di lavoro"

3 Settembre 2012
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(IlMinuto) - Cagliari, 3 settembre - E' ancora occupazione nella Carbosulcis di Nuraxi Figus, una delle ultime miniere in attività per il carbonfossile in Europa, in un territorio, quello del Sulcis, già distrutto dalla crisi e dalla disoccupazione. "E’ strano come improvvisamente ci si sia messi a parlare di crisi in un territorio da sempre in crisi - afferma a Manca pro s'Indipendentzia - [...] Qui un tempo vivevano dalle fabbriche 6mila famiglie, oggi quello che rimane, oltre alla disperazione dei lavoratori, è il frutto di un’industrializzazione selvaggia, è il piombo nel sangue dei bambini, i fanghi rossi nelle coste, mentre i grandi imprenditori, dopo che si sono riempiti le tasche di finanziamenti pubblici, sono scappati col bottino". Un territorio, quello in questione, dove i lavoratori, investiti dalla cassaintegrazione, si trovano a dover affrontare situazioni di non-occupabilità, in un momento storico in cui trovare lavoro è difficile per chiunque, e lo diventa ancora di più per persone non più giovani, che difficilmente saranno ricollocate in contesti delicati come quello sardo. Proprio per questa ragione il Partito Comunista dei Lavoratori auspica con una nota stampa "L’unità tra i lavoratori delle fabbriche del Sulcis con i minatori", per "guidare il fronte di lotta coinvolgendo pastori, artigiani e studenti, per accendere la rivolta sociale, che partendo dal Sulcis deve rovesciare il governo Monti e l’Europa dei banchieri per aprire la strada al governo dei lavoratori". Diversa è la posizione della sinistra indipendentista, che, solidale con i lavoratori "ingannati dai giochi di potere di politici e sindacati italiani" afferma di non accontentarsi di "dare solidarietà incondizionata. Vogliamo dare la solidarietà incondizionata o vogliamo trovare una soluzione per i lavoratori sardi?". A Manca pro s’Indipendentzia propone quindi l’attuazione di un progetto di bonifica immediata della zona e lo sviluppo di "un modello economico realmente sostenibile e duraturo, in grado di dare lavoro agli abitanti e di restituire alla nostra terra ed alla nostra gente la dignità che meritano".

S.P.
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