Cappellacci non sorride più? Mozione di sfiducia in Consiglio e in via Roma la protesta dei precari della Scuola
(IlMinuto) - Cagliari 27 luglio - La Giunta Cappellacci ha i giorni contati. La discussione della mozione di sfiducia presentata in Consiglio regionale ha infatti messo ancora una volta in evidenza le tensioni nella maggioranza di centrodestra.
E' stato durissimo l'intervento di Paolo Maninchedda (Psdaz). "E' indilazionabile - ha detto l'esponente sardista - l'azzeramento della Giunta e il suo cambio di passo".
Critico anche l'intervento di Nanni Campus (Pdl). "La maggioranza - ha sottolineato l'ex sindaco di Sassari - si limita a gestire e non a governare". Il rimpasto di Giunta - ormai è certo - avverrà quindi in tempi brevissimi (e stiamo parlando di un esecutivo regionale che in 16 mesi ha annoverato due assessori del Lavoro, due assessori dell'Industria e tre assessori dell'Ambiente).
Filo conduttore tra gli interventi dei consiglieri del centrosinistra è stato l'affaire eolico. "Ti auguro di uscire indenne da questa vicenda", ha detto Carlo Sechi (Sel) rivolto all'attuale presidente della Regione.
Auspicio non condiviso da Massimo Zedda (anche lui milita nel movimento di Niki Vendola). "Lei - ha sottolineato Zedda - ha promesso il sorriso ai sardi e su questo non ha mentito: i faccendieri hanno sorriso".
"Provo dolore e rabbia - ha chiarito Francesca Barracciu (Pd) - per il degrado a cui Cappellacci ha ridotto la Sardegna in meno di un anno e mezzo".
Giorgio Locci (Pdl) ha accusto l'opposizione di ipocrisia. "Cappellacci si trova ne più ne meno nella stessa situzione in cui si trovava Soru da presidente (il riferimento è al caso Saatchi, ndr)".
Soru che però è stato acclamato da parte dei circa 500 manifestanti che questa mattina hanno partecipato al sit in organizzato di fronte alla sede del Consiglio regionale per chiedere, appunto, le dimissioni di Cappellacci.
"Babbei si nasce precari si diventa", si poteva leggere nello striscione dei Precari della Scuola che verso mezzogiorno hanno raggiunto il capoluogo col "Treno della Cultura", partito alle 8.00 da Sassari: un'iniziativa promossa dal coordinamento dei precari del capoluogo turritano e poi sostenuta dai comitati di Cagliari, Ozieri, Olbia, Alghero e Oristano. I lavoratori dell'istruzione si sono uniti alla protesta "antiCappellacci" di fronte al Consiglio, tra le bandiere di Cgil, Prc, Rossomori, Css e Gilda.
"Un governo nazionale e regionale - sottolinea una nota del Comitato Precari Scuola Cagliari - non sono degni di essere tali se non investono nella prima risorsa di uno Stato di una Regione: l’istruzione, la formazione, la ricerca, la cultura dei propri cittadini".
E' stato durissimo l'intervento di Paolo Maninchedda (Psdaz). "E' indilazionabile - ha detto l'esponente sardista - l'azzeramento della Giunta e il suo cambio di passo".
Critico anche l'intervento di Nanni Campus (Pdl). "La maggioranza - ha sottolineato l'ex sindaco di Sassari - si limita a gestire e non a governare". Il rimpasto di Giunta - ormai è certo - avverrà quindi in tempi brevissimi (e stiamo parlando di un esecutivo regionale che in 16 mesi ha annoverato due assessori del Lavoro, due assessori dell'Industria e tre assessori dell'Ambiente).
Filo conduttore tra gli interventi dei consiglieri del centrosinistra è stato l'affaire eolico. "Ti auguro di uscire indenne da questa vicenda", ha detto Carlo Sechi (Sel) rivolto all'attuale presidente della Regione.
Auspicio non condiviso da Massimo Zedda (anche lui milita nel movimento di Niki Vendola). "Lei - ha sottolineato Zedda - ha promesso il sorriso ai sardi e su questo non ha mentito: i faccendieri hanno sorriso".
"Provo dolore e rabbia - ha chiarito Francesca Barracciu (Pd) - per il degrado a cui Cappellacci ha ridotto la Sardegna in meno di un anno e mezzo".
Giorgio Locci (Pdl) ha accusto l'opposizione di ipocrisia. "Cappellacci si trova ne più ne meno nella stessa situzione in cui si trovava Soru da presidente (il riferimento è al caso Saatchi, ndr)".
Soru che però è stato acclamato da parte dei circa 500 manifestanti che questa mattina hanno partecipato al sit in organizzato di fronte alla sede del Consiglio regionale per chiedere, appunto, le dimissioni di Cappellacci.
"Babbei si nasce precari si diventa", si poteva leggere nello striscione dei Precari della Scuola che verso mezzogiorno hanno raggiunto il capoluogo col "Treno della Cultura", partito alle 8.00 da Sassari: un'iniziativa promossa dal coordinamento dei precari del capoluogo turritano e poi sostenuta dai comitati di Cagliari, Ozieri, Olbia, Alghero e Oristano. I lavoratori dell'istruzione si sono uniti alla protesta "antiCappellacci" di fronte al Consiglio, tra le bandiere di Cgil, Prc, Rossomori, Css e Gilda.
"Un governo nazionale e regionale - sottolinea una nota del Comitato Precari Scuola Cagliari - non sono degni di essere tali se non investono nella prima risorsa di uno Stato di una Regione: l’istruzione, la formazione, la ricerca, la cultura dei propri cittadini".
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