Petrolchimico Porto Torres. Sabino (aMpI): "Nessun risarcimento a chi è stato ammazzato dai colonialisti"

22 Febbraio 2010
(IlMinuto) – Cagliari, 22 febbraio - "Come sempre si conferma la tesi che la mente e il braccio italiani sono ben legati fra loro". E' quanto afferma con una nota (significativamente intitolata "La giustizia italiana e gli operai sardi") il portavoce nazionale di A Manca pro s'Indipendentzia, Cristiano Sabino, commentando la decisione del giudice per le udienze preliminari, Gianni Delogu, di respingere la richiesta dei parenti di 28 operai, quasi tutti morti, di costituirsi parte civile nel processo che indaga i direttori degli stabilimenti Syndial, Ineos (ora Vinyls) e Sasol di Porto Torres per disatro ambientale, inquinamento delle acque e altri reati. "Dopo la perdita dei loro cari, alle vedove e agli orfani degli operai del Petrolchimico morti di tumore dopo una vita passata a respirare veleni nello stabilimento di Porto Torres - sottolinea Sabino - il giudice delle udienze preliminari Delogu ha, infatti, respinto la richiesta dei 28 operai morti ammazzati (...) di potersi costituire parte civile al processo per i loro cari, permettendolo (caso molto strano) alla Provincia di Sassari".
"Nessun risarcimento dunque a chi è stato ammazzato dai colonialisti. Questo e non altro - conclude Sabino - dobbiamo aspettarci da lor signori e dai loro bracci politici in Sardegna: sfruttamento, morte e sentenze di non luogo a procedere in un contesto generale di spopolamento, deculturazione, disoccupazione e emigrazione".
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