Alcoa dice no al Governo e conferma la cig. Tutta la rabbia della Sardegna nello sciopero generale del 5
(IlMinuto) – Cagliari, 3 febbraio - Si è conclusa alle due di notte con l'ennesimo no della Alcoa e con la convocazione di un nuovo incontro per l'otto febbraio la riunione tra Governo e azienda a Palazzo Chigi. La multinazionale rifiuta le garanzie offerte in materia di tariffe energetiche ed è pronta a fermare gli stabilimenti italiani e ad avviare la cassa integrazione dal 6 febbraio. Susanna Camusso della Cgil chiede al Governo di garantire la prosecuzione della produzione anche a costo di requisire la fabbrica ed in giornata tutti gli operai faranno ritorno a Portovesme per presidiare gli stabilimenti. E' in questo clima che la Sardegna si avvicina allo sciopero generale del 5 febbraio convocato da Cgil, Cisl e Uil. I sindacati "in continuità con quanto deciso nell'assemblea delle rappresentanze del popolo sardo del 30 novembre 2009 - si può leggere in una nota - ritengono necessaria una forte iniziativa popolare per contrastare la crisi che in modo così drammatico colpisce soprattutto i lavoratori, i precari e i pensionati della Sardegna, per contribuire a ridare speranza all'Isola, per chiedere un nuovo Piano di Rinascita che contenga il riconoscimento dell'insularità". Il corteo prenderà il via alle 9.30 in piazza Giovanni XXIII per concludersi in piazza Yenne. La manifestazione ha ricevuto numerose adesioni, anche se spesso critiche rispetto ai sindacati confederali, come quelle pervenute a IlMinuto di A Manca pro s'Indipendentzia e Sardigna Natzione (che daranno vita a uno spezzone indipendentista), del Coordinamento precari della Scuola di Oristano e della Confederazione sindacale sarda. Ha preso invece le distanze dall'iniziativa l'Irs di Gavino Sale.
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