Consiglio regionale dice no a nuove carceri speciali nell'Isola. Chiesto rispetto territorialità della pena. Il caso Bellomonte arriva in Aula
(IlMinuto) – Cagliari, 28 settembre - L'assemblea legislativa della Sardegna dice no - per il pericolo di infiltrazioni mafiose - alla costruzione nell'Isola di nuove carceri speciali destinate ad accogliere i detenuti sottoposti all'articolo 41 bis del Codice penale. Nei giorni scorsi il Consiglio regionale ha infatti approvato una mozione del centrosinistra - prima firmataria Claudia Zuncheddu - che impegna la Giunta regionale ad opporsi alla proposta governativa (Unione Sarda 18 maggio 2009) di costruire, a Cagliari e a Sassari, nuovi padiglioni destinati ai detenuti in regime di carcere duro. "Ancora una volta la Sardegna - scrive il consigliere Carlo Sechi di Sinistra e Libertà - viene utilizzata dallo Stato per risolvere i suoi problemi a danno del popolo Sardo. Occorre scongiurare questa ipotesi, che esporrebbe il territorio sardo a pericolose infiltrazioni mafiose". La mozione approvata impegna la Giunta a chiedere anche il rispetto dell'intesa fra lo Stato e la Regione sulla "territorialità" della pena. "A tal propostito - spiega Sechi - ho citato l'esempio del cittadino sardo Bruno Bellomonte, militante di A manca pro d'Indipendentzia, arrestato e incarcerato a Roma il 10 giungo 2009 ed in attesa di giudizio". "Il 25 luglio - sottolinea Sechi - dopo 45 giorni di isolamento, Bellomonte è stato trasferito nella casa circondariale di Catanzaro. Il trasferimento non ha tenuto conto dell'applicazione della legge 354 del 1975 che prevede di destinare i soggetti in istituti prossimi alla residenza delle famiglie. Per visitare Bruno a Catanzaro - conclude l'esponente di SL - i familiari devono affrontare un viaggio di due giorni e spendono circa 400 euro. Questo rende impossibile alla famiglia di usufruire delle quattro visite mensili concesse".
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