Spaccatura nel fronte dei comitati: la trappola Todde ha funzionato

La nota stampa integrale di Sardigna Natzione Indipendentzia
26 Austu 2024
sardigna natzione indipendentzia

Pubblichiamo integralmente il comunicato di Sardigna Natzione Indipendentzia.

Si capiva che la convocazione ad una finta consultazione [...] dei comitati, in merito speculazione energetica, poteva essere ed era una manovra per spaccare il fronte della ribellione e uscire dal panico che stava dilagando nel Campo Largo della Todde.

Lo si capiva ma i comitati hanno fatto a gara per essere accreditati alla consultazione come se la loro esistenza e potere di rappresentanza dipendesse dal riconoscimento Toddiano e non da quello del popolo sardo.

Missione compiuta, può con ragione dire la maggioranza che governa la Regione Sardegna, l’unità di ribellione che stava coinvolgendo il popolo sardo e portando nel panico giunta e presidente è scongiurata, la gara alla rappresentanza metterà i comitati in concorrenza piuttosto che in condivisione. Le avvisaglie ci sono tutte: sono state indette manifestazioni separate e emanati comunicati di non adesione reciproca.

Perché questa corsa all’accreditamento per entrare nella trappola? Quale risultato si pensava di ottenere essendo onorati di consulto da parte di chi sta solo mediando l’impatto di una nuova servitù imposta alla terra di Sardegna?

Si pensava forse di essere determinanti nella scelta delle “aree idonee” o si pensava davvero che la Todde e la sua maggioranza abbiano la volontà e il potere di mettersi contro lo stato e contro i partiti tricolori che li hanno nominati?

Credo di no, perché sarebbe stata una grossa ingenuità che può avere risvolti vincolanti troppo severi che potrebbero essere di serio impedimento anche ad un eventuale Piano Energetico Sardo creato dai sardi e a misura dei sardi.

Le “aree idonee”, per esempio, non ci sono per la speculazione energetica coloniale ma non si può escludere a priori che ci siano per un Piano Energetico endogeno.

È come per le zone militari idonee, non ci sono per le servitù militari imposte ma non si può escludere ci siano per un futuro corpo di difesa sardo.

Ci si deve porre di fronte alle questioni come se fossimo fuori dalla gabbia dello stato italiano, come se fossimo al governo di un nostro stato, con un unico criterio di scelta, quello di che cosa giova al popolo sardo e alla sua terra.

Anche le pale eoliche e i pannelli solari vanno guardati con gli occhi della responsabilità di stato, non sono demoniaci di per sé, lo diventano se imposti in modo coloniale e devastante con interessi, profitti e piani strategici esogeni e in netto contrasto con i diritti e gli interessi dei sardi.

Siamo un popolo, un popolo normale, con le differenze interne normali, dobbiamo capirlo e caricarcene la responsabilità perché, custa est s’ora, il governo colono è all’angolo e non sa come uscirne o almeno non lo sapeva prima di inventare il Consulto dei Comitati.

C’è una novità, la Todde e la sua maggioranza hanno fatto un’ammissione di impotenza di fronte allo Stato, hanno ammesso che oltre la “moratorina” non possono andare, hanno ammesso di non essere in grado di fermare la devastazione della Sardegna e l’umiliazione e asservimento del popolo che pretendono di governare.

Questa ammissione di impotenza ha due vie d’uscita obbligate:

- Si apre una vertenza scontro duro e severo con lo stato italiano ricorrendo in tutte le sedi, statali e internazionali e stracciando subito le tessere tricolori dei partiti che non sostengono la giusta vertenza.

- Si prende atto dell’impotenza, che loro sono parte dello stato, che la loro funzione non permette di andare oltre l’opposizione di parvenza e, considerato che l’ambito politico nel quale sono stati eletti non è più lo stesso, si rassegnano le dimissioni per dare spazio alla nuova classe politica che è nata nell’ambito della lotta contro questo ulteriore atto coloniale dello stato italiano.

Sì, perché una nuova classe politica endogena c’è, lo dimostrano quelle decine di migliaia di firme sulla Legge Pratobello 24 e la discesa in campo di organi stampa e televisivi endogeni, nostri, dei sardi, vere e proprie lavagne che giorno per giorno aggiornano i sardi su una Pratobello Natzionale contro gli stessi invasori che si erano affacciati nelle campagne di Orgosolo. Lo dimostrano i presidianti di sa Terra Mala a Selargius, contro il Tyrrenian Link autostrada del bottino energetico, e quelli del porto di Oristano perseguiti e perseguitati in modo disumano per aver usato come unica arma il proprio corpo e il proprio cuore.

Propenderei per la seconda ipotesi, ma la Todde riceverà ordini di resistenza ad oltranza, perché la posta in gioco è molto più alta della Transizione Energetica e c’è da continuare con la transizione tricolore dei sardi che dopo l’umiliazione della fusione geografica, tramite l’insularità in costituzione, rischia di perdere anche i poteri autonomistici essendosi posta a capo dell’unità d’Italia e del suo centralismo e facendosi paladina della lotta contro l’autonomia differenziata che altri poteri poteva dare ai sardi.

Tornando alla responsabilità, quella generazionale, rapportandosi ai problemi come capi di stato, sulla questione energetica un piano bisognerà iniziare a conformarlo, al nostro territorio, alle nostre esigenze interne e di interrelazione e alle nostre risorse energetiche.

Sì, alle nostre risorse energetiche, perché dalla dipendenza dal petrolio, carbone e altri fossili bisogna uscire e utilizzare i nostri petroli, vento, sole e acqua, con i giusti mezzi, nelle giuste misure e nelle aree idonee solo per noi.

Bisogna riunire e consolidare la ribellione perché davvero “Custa e s’ora” non de faghere “moderare” ma s’ora de faghere “acabbare” sa tirannia.

Uniamoci nella manifestazione del 30 agosto a Cagliari, in quella del 16 settembre e in tutte le altre che verranno indette a livello nazionale.

SARDIGNA 24/08/2024 - Annu 163u Dominatzione Italiana         

Comitadu SOBERANIA ENERGETICA

Sardigna Natzione Indipendentzia

 

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