Affaire eolico: le parole di Sardigna Natzione Indipendentzia

Nulla è cambiato dal disboscamento della Sardegna nell’800
23 Argiolas 2024
eolico Sardegna

Di seguito pubblichiamo integralemente la nota stampa diffusa da Sardigna Natzione Indipendentzia

 

COMUNICATO STAMPA

 

TODDE AMMETTE L’IMPOTENZA DELLA REGIONE SARDEGNA AI DIKTAT DELLO STATO

 

La Regione Sardegna, il suo Consiglio Regionale, la giunta e la Presidente non contano niente, non possono decidere sulla Terra di Sardegna, dichiarano la loro impotenza, la sudditanza e l’allineamento ai diktat dello stato.

Nulla di nuovo per noi indipendentisti che sappiamo quale sia il ruolo di coloro che occupano il Parlamento Sardo, in nome, per conto e per nomina dei partiti italiani dei quali fanno parte. Sono loro espressioni e a loro solo risponderanno del loro operato, operato che non può in nessun caso disturbare il sistema politico esogeno del quale fanno parte ed ostacolare i disegni strategici dei governi dello stato del quale curano e tutelano gli interessi.

Ammiriamo e prendiamo atto dell’onesta della Presidente Todde che via social e via stampa ribadisce l’impotenza della Regione Sardegna e afferma e riafferma che al massimo potranno disturbare i cantieri della speculazione energetica che non hanno ancora iniziati i lavori.

Capiamo anche lo sconcerto dell’esecutivo regionale che per funzione e per ruolo sanno di non poter fare niente e rischiano che il narcotico sparso in campagna elettorale, per battere le destre, non abbia forza sufficiente per fermare la ribellione di un intero popolo che vede la propria terra bardanata nel suo paesaggio, nei beni identitari, nelle risorse energetiche e nella stessa dignità dai peggiori corsari dell’energia autorizzati dallo stato.

Nulla è cambiato dal disboscamento della Sardegna nell’800 e dalla rapina mineraria “autorizzati” in Sardegna dai despoti di allora. Si continua oggi lo stesso trattamento coloniale della nostra terra e del nostro popolo e il despota di turno “autorizza” il furto dei sole e vento e la devastazione del nostro habitat.

Sì le devastazioni, oggi come allora, sono “autorizzate e legali” ed è invece illegale e perseguibile la resistenza della gente sarda che vede il proprio futuro e la propria dignità violentati e cerca di ostacolare pacificamente ciò che viene imposto con la minaccia della violenza e della repressione.

Le intimidazioni messe in atto per fermare le pacifiche manifestazioni di resistenza sono vergognose. Come si possono sequestrare i gazebo dei presidianti del porto di Oristano-Santa Giusta e lasciarli sotto il sole cocente pur sapendo che tra essi vi sono persone di salute precaria.

Ci chiediamo cosa e chi abbia spinto la Capitaneria di Porto verso un’azione così indegna e squalificante in un porto che tra l’altro prende il nome da un poeta anti feudatario sardo, Francesco Ignazio Mannu.

Siamo contenti che la Presidente Todde abbia vietato il lavoro nei campi e nei cantieri nelle ore più calde della giornata ma siamo sconcertati che non abbia speso una parola per i presidianti del Porto che in quelle stesse ore tengono il presidio senza alcuna retribuzione ma per solo amore verso la propria terra.

Come siamo sconcertati che lei, sig.ra Presidente, non si sia accorta che nel presidio di Su Pardu a Selargius c’è una rivolta, la “Rivolta degli Ulivi” dove si risponde con la vita a chi la vita la toglie radendo al suolo ogni tipo di pianta o vegetazione per aprire una via di trasporto al bottino energetico fatto in Sardegna, sempre per lo stesso “Interesse Pubblico” altrui.

Quelle indegne denunce ai presidianti vanno ritirate e annullate, i gazebo, veri e propri presidi sanitari, vanno restituiti e la Capitaneria di Porto, se vuole recuperare un po’ di dignità e credibilità, deve assicurare almeno una quotidiana fornitura d’acqua alle persone ospiti nel suo territorio demaniale.

Sì ci aspettiamo questo, ci aspettiamo che le istituzioni, in particolare Regione Sardegna e Capitaneria di Porto stiano dalla parte della gente sarda e non continuino col silenzio complice o con l’essere più realisti del re nell’intimidire l’anima del popolo sardo.

Ci aspettiamo queste poche cose ma sappiamo che anche se lo volessero fare non potrebbero perché esce dalle loro funzioni di intermediari e gli onorevoli rischierebbero la morte politica e la carriera i responsabili della Capitaneria.

La ribellione andrà avanti, sì perché qualcuno deve rispondere alla responsabilità generazionale, qualche traccia di ribellione deve rimanere in una storia di sudditanza. Non possiamo permetterci che le generazioni future considerino quella nostra la peggiore generazione passata in terra sarda, quella che ha permesso la devastazione della terra di un popolo che ha scritto la sua storia da libero nel suo territorio, in modo pensavamo indelebile, che oggi rischia di essere cancellata per “pubblica utilità” di altri, di altre genti che hanno la fortuna di essere stato e l’indegnità di essere dominatori della Terra dei Sardi.

SARDIGNA 22/07/2024 - Annu 163u Dominatzione Italiana COORDINAMENTU NATZIONALE

Sardigna Natzione Indipendentzia

 

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