Documento: "Lettera aperta al Presidente Napolitano con la richiesta di RATIFICA della carta europea delle lingue, non solo parole"

20 Fiàrgiu 2012
Signor Presidente,

“Su Comitadu pro sa limba sarda”, in quanto storica Associazione portatrice d'interessi culturali, identitari e diritti civili del popolo sardo, in occasione della sua presenza in Sardegna, con la seguente lettera aperta, intende esprimerle disappunto e protesta per la lunga negazione e il permanente tentativo di eradicazione della lingua sarda che ha danneggiato il popolo sardo, lo ha ferito gravemente con conseguenze che ancora oggi non sono eliminabili facilmente né serenamente.

Solo l'iniziativa de “Su comitadu pro sa limba sarda”, con la legge d'iniziativa popolare del 1978, permise l'inizio un processo democratico utile per bloccare un vero e proprio genocidio linguistico e culturale ai danni dei sardi portato avanti con continuità dai Sabaudi, dal Regno d'Italia, dal fascismo e dalla Repubblica.

Nell'inerzia del Parlamento italiano che non prese in alcuna considerazione le conseguenti proposte di legge d'iniziativa regionale sulla lingua sarda, la Regione Autonoma della Sardegna, approvò la legge regionale 15 ottobre 1997, n. 26, "Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua della Sardegna" per poter realizzare iniziative volte a sostenere il ruolo della lingua sarda e delle varietà linguistiche alloglotte presenti nel territorio regionale.

In quegli anni la battaglia popolare per la lingua e le iniziative regionali risposero adeguatamente alla presa di coscienza culturale e politica dei sardi di essere Nazione e per questo aver diritto all'autodeterminazione superando l'Autonomia Speciale con un nuovo Statuto di sovranità nazionale in una cornice federalista e con un nuovo patto con lo Stato centrale.

Successivamente la forte spinta delle nazioni senza stato europee e delle minoranze linguistiche trovò espressione nella Carta europea per le lingue regionali e minoritarie del 1992 .

Ad essa, oltre che per rispondere parzialmente alle richieste dei sardi, che possiedono la seconda lingua della Repubblica dopo l'italiano per numero di parlanti e delle altre minoranze interne alla Repubblica, il Parlamento approvò la legge 15 dicembre 1999, n. 482 "Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche" .

Oggi, a distanza di tanti anni, malgrado le pur insufficienti leggi regionale e statale in parziale applicazione della Costituzione e delle norme e diritti internazionali in merito, non è cessata la persecuzione della lingua sarda e il tentativo di assimilazione linguistica della Nazione sarda, da parte delle strutture statali, principalmente della scuola e dell'Università italiane e della Rai .

Di minoranza appunto nazionale si deve parlare pur constatando che l'Art.6 della Costituzione preveda la tutela della sarda come minoranza linguistica.

La firma della “Convenzione quadro sulle minoranze nazionali” del Consiglio d'Europa da parte dello Stato italiano ha di fatto sancito l'accettazione riguardo ai sardi dello stato di minoranza nazionale come previsto dalla convenzione stessa.

Secondo Su comitadu pro sa limba sarda, le violazioni della Convenzione europea da parte della Repubblica italiana nei riguardi della minoranza nazionale sarda, con un'emergenza nel mondo della scuola, dell'Università e dei media, sono gravissime ed evidenti per cui “Su comitadu” sta preparando un ricorso al Consiglio d'Europa sulle violazioni dei diritti civili e linguistici dei sardi.

Il Movimento linguistico sardo e la stessa Regione sarda cercano, pur non in presenza di una specifica competenza statutaria, di supplire all'emergenza linguistica proponendo rimedi che permettano l'ingresso della lingua sarda e delle lingue alloglotte nella scuola in direzione un bilinguismo perfetto, scopo de “ Su comitadu” fin dalla sua nascita.

A questo proposito, “ Su comitadu pro sa limba sarda” giudica negativamente il fatto che lo Stato italiano, pur avendola firmata solo nel 2000 non ha ancora ratificato la Carta Europea delle Lingue approvata a Strasburgo nel 1992.

La mancata ratifica, giuridicamente e legislativamente, comporta ai fini della protezione della minoranza linguistica sarda molti e gravi problemi e limiti di carattere normativo che influenzano anche la possibilità di meglio legiferare in materia.

La mancata ratifica rappresenta un ostacolo per la piena attuazione dell’art. 6 della Carta Costituzionale del 1948 che attualmente è messa in pratica soltanto a vantaggio di quei gruppi linguistici protetti da trattati internazionali quali i sud tirolesi dell’Alto Adige, i francofoni della Valle d’Aosta e gli Sloveni del Friuli. Le minoranza storica sarda riconosciuta con la legge n. 482/99, gode in realtà di una protezione minore ed è quindi discriminata nonostante rientri a pieno titolo nelle disposizioni della Carta Costituzionale.

La ratifica della normativa europea in riferimento alla Carta del 1992 favorirebbe molto la protezione della lingua di “ minoranza storica” della Sardegna in tutti gli ambiti della visibilità e uso sociale: scuola, università, mass media, pubblica amministrazione. Pertanto “Su comitadu pro sa limba sarda” chiede al Presidente della Repubblica italiana, della quale i sardi pur di nazionalità sarda sono cittadini, un atto concreto, ratificare la Carta europea delle lingue già firmata dall'Italia nel lontano 1992.

Cagliari 20 febbraio 2012
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