Quando di lavoro si muore. A Montevecchio esperienze e proposte nella Giornata sulla sicurezza
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(IlMinuto) – Cagliari, 25 giugno – Le morti alla Saras di Sarroch, il caso amianto, gli infortuni nell’agricoltura, la sicurezza come diritto-dovere, le esperienze, i progetti e le proposte per rendere più sicuri i luoghi di lavoro. Questi i temi affrontati nella “Giornata provinciale sulla sicurezza sul lavoro”, che si è svolta giovedì scorso a Montevecchio (Guspini) nei locali della ex Sala mensa degli impiegati. Sono state più di 50 le persone che hanno partecipato - mattina e sera - al convegno promosso dall’Assessorato alle Politiche e Servizi per il Lavoro della Provincia del Medio Campidano. “Non a caso – ha spiegato l’assessore provinciale alle Politiche e ai Servizi per il Lavoro Simona Lobina – l’appuntamento si svolge in uno dei luoghi simbolo della storia operaia della Sardegna, in cui nel 1903 ebbe luogo il primo sciopero di minatori della Sardegna: chiedevano la distribuzione gratuita dell’olio da ardere e dell’acqua potabile. Ora ripartiamo da qui per continuare a promuovere la campagna informativa (IN)sicurezza, con l’obiettivo di coinvolgere nei prossimi mesi le scuole del territorio della Provincia e sensibilizzare i lavoratori del futuro: gli studenti”. In queste settimane sono in distribuzione in tutto il territorio i 1500 libretti illustrati da Dr Fonk, in sardo e in italiano, e i 200 manifesti con lo slogan “Ripensiamoci! La sicurezza allunga la vita”. Nella Giornata il tema della sicurezza del lavoro è stato esaminato da più punti di vista e secondo più linguaggi. “Sulla carta siamo in grado di tutelare i lavoratori dai rischi. Il problema della sicurezza – ha sottolineato il docente di Diritto del Lavoro dell’Università di Cagliari, Gianni Loy – non è tanto quello di fare nuove norme, ma di fare applicare quelle che esistono”. La relazione del docente è stata seguita dalla proiezione del cortometraggio - sul tema del lavoro nero e delle morti sul lavoro - “Benvenuto Khalid”, scritto e sceneggiato dallo stesso Loy per la regia di Peter Marcias. Tatiana Sedda, dell’Associazione italiana esposti amianto, ha raccontato “La storia del signor Franco”, una vicenda personale – il signor Franco Sedda, morto a 65 anni per asbestosi da amianto, era il padre di Tatiana – ma comune alle migliaia di persone morte per avere respirato l’amianto sul lavoro e alle famiglie che combattono per anni in cerca di giustizia.
Giuseppe Beretta ha decritto il ruolo dell’Ispettorato del Lavoro nel prevenire gli infortuni di lavoro invitando a “smetterla con l’uso ipocrita degli appalti al massimo ribasso" e proponendo agli Enti locali la firma di un protocollo di intesa sulla sicurezza.
Michele Pintus, dirigente dell’Inail, ha esposto ai presenti un quadro statistico delle morti e degli infortuni sul lavoro in Sardegna, sottolineando in particolare l’alta percentuale di incidenti sul lavoro nell’agricoltura (settore in cui si concentrano il 15 per cento degli infortuni a fronte del 6% degli addetti). La Responsabile del servizio Prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro della Asl 6, Pierina Manca, ha concluso la mattinata esponendo il “Progetto sicurezza in agricoltura”.
Ha aperto i lavori del pomeriggio un intervento registrato di Giorgio Meletti, giornalista del “Fatto quotidiano” e autore del libro “Nel paese dei Moratti. Sarroch Italia: una storia ordinaria di capitalismo coloniale” (ndr, Meletti non ha potuto partecipare al convegno a causa di un incidente stradale avvenuto nei giorni scorsi che lo tiene immobilizzato a letto). “Quando la famiglia Moratti, che possiede in Sardegna la più grande raffineria del Mediterraneo – ha detto Meletti – spende per la sicurezza degli oltre 2mila operai, che ci lavorano tutti i giorni in mezzo a impianti pericolosissimi […], meno di quanto spende per lo stipendio del portiere dell’Inter, significa che qualcosa nel capitalismo italiano non sta funzionando”.
All’intervento di Meletti è seguita una tavola rotonda – aperta agli interventi e alle sollecitazioni del pubblico - fra i rappresentanti dei sindacati, delle organizzazioni "datoriali" e della Commissione provinciale Lavoro.
Giuseppe Beretta ha decritto il ruolo dell’Ispettorato del Lavoro nel prevenire gli infortuni di lavoro invitando a “smetterla con l’uso ipocrita degli appalti al massimo ribasso" e proponendo agli Enti locali la firma di un protocollo di intesa sulla sicurezza.
Michele Pintus, dirigente dell’Inail, ha esposto ai presenti un quadro statistico delle morti e degli infortuni sul lavoro in Sardegna, sottolineando in particolare l’alta percentuale di incidenti sul lavoro nell’agricoltura (settore in cui si concentrano il 15 per cento degli infortuni a fronte del 6% degli addetti). La Responsabile del servizio Prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro della Asl 6, Pierina Manca, ha concluso la mattinata esponendo il “Progetto sicurezza in agricoltura”.
Ha aperto i lavori del pomeriggio un intervento registrato di Giorgio Meletti, giornalista del “Fatto quotidiano” e autore del libro “Nel paese dei Moratti. Sarroch Italia: una storia ordinaria di capitalismo coloniale” (ndr, Meletti non ha potuto partecipare al convegno a causa di un incidente stradale avvenuto nei giorni scorsi che lo tiene immobilizzato a letto). “Quando la famiglia Moratti, che possiede in Sardegna la più grande raffineria del Mediterraneo – ha detto Meletti – spende per la sicurezza degli oltre 2mila operai, che ci lavorano tutti i giorni in mezzo a impianti pericolosissimi […], meno di quanto spende per lo stipendio del portiere dell’Inter, significa che qualcosa nel capitalismo italiano non sta funzionando”.
All’intervento di Meletti è seguita una tavola rotonda – aperta agli interventi e alle sollecitazioni del pubblico - fra i rappresentanti dei sindacati, delle organizzazioni "datoriali" e della Commissione provinciale Lavoro.
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