Documento: lettera aperta di Claudia Zuncheddu (Rossomori) al Presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci
Presidente Cappellacci, la sua infelice esternazione rilevata nel corso delle intercettazioni telefoniche secondo cui avrebbe la consapevolezza che il “vero grande limite della Sardegna sono i sardi”, trovo che sia irrispettosa e offensiva per tutti noi. Inoltre giudico umiliante la sua sudditanza culturale tesa a rafforzare il disprezzo appena espresso sul nostro popolo dal suo amico imprenditore italiano Fusi.
Ma se non difende la dignità di noi sardi il nostro Presidente, chi può farlo se non lui?
Certo, le vostre affermazioni, le conosciamo già, sono quelle storiche con le quali tutti i colonizzatori di turno giustificano la loro presenza e il loro dominio di rapina in Sardegna, ovvero, trasferire le ricchezze dai “sardi incapaci di farle fruttare” ai “sardi collaborazionisti” e ai loro padroni continentali che sanno bene come sfruttarle.
Lei Presidente Cappellacci è nudo, come “il re nudo” della favola di Hans Christian Andersen.
Se avesse un sentimento di appartenenza, al popolo che rappresenta, e un sussulto di dignità politica dovrebbe chiedere scusa a tutti i sardi per le sue considerazioni. Ma se il “re è nudo” come può cambiare pelle e ravvedersi?
Non è possibile essere contemporaneamente proconsole “de su printzipali de Arcore” andando in giro per il mondo a cercare risorse e imprenditoria russa (di cui non si sa l’odore), e nello stesso tempo manifestare solidarietà e sostegno agli operai del polo industriale di Portotorres e dei disoccupati e cassaintegrati dell’iglesiente, proponendosi come “difensore dei sardi”.
Ora noi sardi attendiamo una sua scelta coraggiosa.
Alcuni anni fa Vittorio Emanuele di Savoia intercettato e incarcerato per malaffari, fra case da gioco, escort etc., offese anche lui i sardi chiedendo poi… bontà sua… scusa pubblicamente. Forse aveva paura che i sardi togliessero dalla toponomastica i nomi dei suoi antenati già oppressori del nostro popolo.
Questa è una buona occasione per essere in buona compagnia.
Se poi, Presidente Cappellacci, si fa un’analisi di coscienza e di come con le sue esternazioni ha tradito prima di tutto la fiducia ripostale dai “sardi disperati”, quelli che le hanno affidato il governo della Sardegna credendo alle sue promesse, a quelle di Berlusconi e a quelle delle sue “truppe coloniali”, non le resta che dimettersi. Questo le consentirebbe di passare alla storia per un atto coraggioso e anche di coerenza rispetto alle sue stesse dichiarazioni fatte in Consiglio Regionale quando ha insediato la sua Giunta di Centro Destra. Claudia Zuncheddu - Consigliera Regionale Rossomori
Ma se non difende la dignità di noi sardi il nostro Presidente, chi può farlo se non lui?
Certo, le vostre affermazioni, le conosciamo già, sono quelle storiche con le quali tutti i colonizzatori di turno giustificano la loro presenza e il loro dominio di rapina in Sardegna, ovvero, trasferire le ricchezze dai “sardi incapaci di farle fruttare” ai “sardi collaborazionisti” e ai loro padroni continentali che sanno bene come sfruttarle.
Lei Presidente Cappellacci è nudo, come “il re nudo” della favola di Hans Christian Andersen.
Se avesse un sentimento di appartenenza, al popolo che rappresenta, e un sussulto di dignità politica dovrebbe chiedere scusa a tutti i sardi per le sue considerazioni. Ma se il “re è nudo” come può cambiare pelle e ravvedersi?
Non è possibile essere contemporaneamente proconsole “de su printzipali de Arcore” andando in giro per il mondo a cercare risorse e imprenditoria russa (di cui non si sa l’odore), e nello stesso tempo manifestare solidarietà e sostegno agli operai del polo industriale di Portotorres e dei disoccupati e cassaintegrati dell’iglesiente, proponendosi come “difensore dei sardi”.
Ora noi sardi attendiamo una sua scelta coraggiosa.
Alcuni anni fa Vittorio Emanuele di Savoia intercettato e incarcerato per malaffari, fra case da gioco, escort etc., offese anche lui i sardi chiedendo poi… bontà sua… scusa pubblicamente. Forse aveva paura che i sardi togliessero dalla toponomastica i nomi dei suoi antenati già oppressori del nostro popolo.
Questa è una buona occasione per essere in buona compagnia.
Se poi, Presidente Cappellacci, si fa un’analisi di coscienza e di come con le sue esternazioni ha tradito prima di tutto la fiducia ripostale dai “sardi disperati”, quelli che le hanno affidato il governo della Sardegna credendo alle sue promesse, a quelle di Berlusconi e a quelle delle sue “truppe coloniali”, non le resta che dimettersi. Questo le consentirebbe di passare alla storia per un atto coraggioso e anche di coerenza rispetto alle sue stesse dichiarazioni fatte in Consiglio Regionale quando ha insediato la sua Giunta di Centro Destra. Claudia Zuncheddu - Consigliera Regionale Rossomori
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