Minacce fasciste al Minatore Rosso. La solidarietà di Sns, Cgil, Sc e Osservatorio
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(IlMinuto) – Cagliari, 28 aprile – Il Minatore Rosso non è solo. A 24 ore dalla pubblicazione sulle pagine locali dell'Unione Sarda di un articolo che denuncia le gravi minacce fasciste indirizzate ad Antonello Tiddia con una lettera anonima inviata alla redazione di Carbonia del principale quotidiano sardo, sono numerosi gli attestati di solidarietà - anche su Facebook - nei confronti del protagonista della mobilitazione contro la costruzione del Radar a Capo Sperone, a Sant'Antioco: l'ultima di una lunga serie di battaglie in decenni di attività politica e sindacale. "Il Minatore Rosso - scrive Anghelu Marras del Sindacadu de Sa Natzione sarda - non è solo, con lui c'è la parte migliore del nostro popolo sardo. I topi che, di tanto in tanto escono dalle loro fogne, per diffondere la peste, sappiano che con le minacce e le intimidazioni, non fermeranno la nostra volontà di cambiare il futuro di quest'Isola e rendere felice e appagato il nostro Popolo". Con Tiddia, delegato sindacale Rsu Carbosulcis, anche la Cgil. "Si tratta - sottolinea il segretario generale della Filtem Cgil del Sulcis Iglesiente Francesco Carta - di un fatto di assoluta gravità che fuori dal tempo e dal mondo, un modo codardo per far tacere una voce di dissenso democratico su un argomento che pone al centro la salute e la sicurezza dei cittadini". Vicina al Minatore Rosso anche Sinistra Critica. Esprimendo la solidarietà di Sc a Tiddia - militante di questa organizzazione anticapitalista - Gianluigi Deiana sottolinea "la capacità di Tiddia di portare senza spirito settario la lotta comunista a fianco delle opposizioni più esposte ai colpi della reazione, e tra queste soprattutto le opposizioni indipendentiste e anarchiche". L'Osservatorio per la libertà e contro la repressione ricorda infatti l'impegno del Minatore Rosso "per la libertà di Bruno Bellomonte", dirigente di aMpI. "Noi pensiamo con Antonello - sottolinea l'Osservatorio - che Bruno sia innocente e troviamo vergognoso che una persona possa rimanere in galera per due anni in attesa che finisca il primo grado di un processo puramente indiziario e basato sul nulla".
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