Documento: "A Nurri i genitori alzano le voce e gridano NO!"
I genitori di Nurri da quasi una settimana occupano la scuola del centro del Sarcidano. Da una settimana non è più l’Istituto Comprensivo di Nurri. Risultato del Dimensionamento Scolastico Provinciale che ha seguito le linee guida della Regione. Questi genitori sono gli stessi che nel 2008 si legarono ai cancelli della scuola per chiedere lo sdoppiamento (peraltro ottenendolo) di una classe troppo numerosa. Già allora mi colpirono. Mi colpì la loro tenacia, la loro forza in difesa dei propri figli. Mi colpì il fatto che fossero uomini e donne che credevano (e credono) fermamente nella scuola. Con la stessa tenacia e con la stessa forza oggi lottano per difendere l’ormai ex Istituto Comprensivo. Quello che è successo a Nurri ha del bizzarro. Il piano di Dimensionamento inizialmente prevedeva l’Istituto Comprensivo di Sadali, accorpato ad Orroli, ma questa possibilità ha generato un coro di proteste per via della lontanza dei comuni facenti parte di questa Autonomia. Da qui si apre il gioco delle tre carte: Villanova si sgancia da Nurri e passa a Sadali che in questo modo raggiunge i numeri per mantenere la sede della presidenza. Il gioco è fatto: l’autonomia di Nurri viene soppressa e mantenuta quella di Sadali. Ma dove sta l’anomalia? Non nel fatto che un’autonomia lotti legittimamente per soppravvivere (anche con dei tiri mancini) ma nel risultato di questa lotta alla sopravvivenza: Nurri con 232 alunni perde l’autonomia scolastica e viene accorpato ad Orroli che di alunni ne ha 186. La scuola più piccola vince su quella più grande. “Noi non vogliamo quello che non ci spetta” dicono i genitori “vogliamo solo che ci dicano il perché e quali linee guida siano state seguite. Non vogliamo l’autonomia a tutti i costi ma solo capire le motivazioni di questa scelta”. Il presidente della Provincia di Cagliari Milia risponde ai genitori che la provincia si è limitata ad accogliere le richieste dei comuni. La domanda sorge spontanea: qual è il sindaco che decide di rinunciare all’autonomia scolastica? Troppe ombre, troppe incertezze, troppe cose non chiare. Eppure basterebbe una semplice spiegazione e sono pronti ad andare avanti fino a che non arriva. Lunedì e martedì saranno a Cagliari, faranno sentire ancora una volta le loro ragioni. Perché questi genitori credono nella scuola, e sanno quanto importante sia la presenza di questa istituzione nel loro centro. Questo è solo l’inizio di quello che accadrà in Sardegna nei prossimi anni. È irrealistico continuare a pensare a un dimensionamento scolastico in scala provinciale. Otto province sono troppe per 377 comuni. Di questo passo si rischia di accorpare Autonomie che distano tra loro 25-30 km solo perché quella più vicina (magari a 12 km) appartiene a una provincia diversa. È necessario superare campanilismi provinciali e stupide logiche politiche: la Sardegna non è una scacchiera, e noi non siamo delle pedine. È necessario che la politica inizi a stare dalla parte dei ragazzi che attraverso la scuola possono cotruire il loro futuro.
Gisa Dessì
Gisa Dessì
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