“Ogni borsa un pezzo unico a misura di cliente”. Carlo Budroni apre le porte di “C+C”

18 Settembre 2010
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Nuovo appuntamento per Formas. Questa settimana il Minuto fa tappa nel quartiere di Villanova, nel centro storico di Cagliari. In via San Domenico ha infatti sede il laboratorio "C+C" dove Carlo Budroni realizza le sue borse, un mix fra elementi di tradizione e di modernità, pezzi unici realizzati interamente a mano.



Quanto c’è di sardo nelle sue creazioni?

Ci sono intanto i materiali. Quindi una parte essenziale del mio lavoro. La lana di Samugheo, la lana di Nule, l’orbace. La componente sarda si ritrova essenzialmente nei materiali, perché ad esempio non penso che un viennese identificherebbe le mie borse come sarde. Ma i materiali sono sardi.

I Quattro Mori, elemento ricorrente nelle sue borse, sono da intendere come semplice elemento decorativo?

Quella dei Quattro Mori è una bandiera bella e anche abbastanza semplice. Cerco di farla un po' così "di sfuggita". Non posizionata in maniera troppo evidente. Infatti non ci sono quasi mai tutti i Quattro Mori.

Esaminando le sue produzioni si nota un interessante utilizzo del riuso dei materiali.

In questo periodo si sta diffondendo una certa sensibilità e anche un certo bisogno materiale. E forse non buttiamo più come prima. Comunque io riciclo materiali usati per il mio piacere di raccattare. Io ho sempre l’occhio vicino ai cassonetti.

Ogni borsa è un pezzo unico?

Diciamo che produco una serie di prodotti abbastanza standardizzati su cui vado sul sicuro. E poi lavoro su misura e faccio anche tanti pezzi unici. Tanti.

Quindi si sviluppa anche una certa interazione col cliente?

Sì, anche questo aspetto è importante. La cliente viene qui in laboratorio e parliamo della borsa da realizzare. E’ un aspetto molto apprezzato. ll cliente rimane qui un’ora e si diverte. Facciamo le prove e a volte riusciamo anche a tirare fuori la bozza della borsa.

Il laboratorio di via San Domenico è attivo da circa due anni. Quali sono le tappe del suo percorso formativo e professionale?

Ho frequentato l’Istituto Europeo di Design qui a Cagliari, sino all’anno della chiusura alla fine degli anni Novanta. Dalla facoltà ci hanno proposto di continuare a seguire i corsi nelle altre sedi. Così mi sono trasferito a Milano lasciando il lavoro precedente. La mia attività professionale comincia a Milano nel 1999, con la produzione artigianale di borse in feltro industriale. Nel 2002 ritorno a Cagliari. Un altro passo importante è stata la realizzazione della collezione 2005 “libera terra”, con l’utilizzo, come detto, di materiali e tessuti sardi.

Considera importante anche la partecipazione al programma di innovazione “Immaginazione Sardegna” di Sardegna Ricerche?

E’ stato un bel progetto. Un bel progetto soprattutto perché è iniziato e si è concluso rispettando gli obiettivi iniziali. Per me è stata estremamente positiva la collaborazione con lo stilista Guglielmo Capone. Un uomo di prodotto che mi diceva: 'Qui c’è troppa roba: io da una borsa così ne faccio quattro'. Sono riuscito quindi a usare i materiali in maniera più essenziale, a 'togliere un po''. L’altro aspetto positivo del progetto è stata la mostra al Bastione San Remy prima del Natale 2009, che ha dato un’ottima visibilità alle mie borse.

galleria fotografica

scheda tecnica

Progetu fattu cun sa partecipatzioni de sa Regioni Autónoma de sa Sardigna – L.R. 26/9 po sa língua e cultura sarda

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