Giovani ricercatori. Zedda (Sel): “Lo dice anche la Corte europea: nessuna tassazione sui fondi Fse”
(IlMinuto) – Cagliari, 10 agosto - La battaglia dei ricercatori contro la tassazione delle borse di studio finanziate dal Fondo sociale europeo entra nel Consiglio regionale della Sardegna.
Con un'interpellanza i tre rappresentanti nell'aula di via Roma di Sinistra Ecologia e Libertà (primo firmatario Massimo Zedda) chiedono al presidente della Giunta regionale, Ugo Cappellacci, "se intende interpellare l'Agenzia delle Entrate per chiarire il regime fiscale delle borse di studio per giovani ricercatori".
Sulla questione della tassazione dei fondi Fse, ricorda Zedda, è inoltre intervenuta qualche anno fa la Corte di Giustizia Europea.
Con sentenza del 25 ottobre 2007 la Corte ha infatti chiarito “che il divieto di ogni detrazione deve necessariamente estendersi a tutti gli oneri che sono direttamente e intrisecamente correlati alle somme versate".
Attualmente i 700 ricercatori percepiscono borse di studio sottoposte a una tassazione Irpef come normali redditi da lavoro, ma gli assegni - sottolinea l'esponente di Sel - "non comprendono alcun trattamento previdenziale pur essendo legati a un'esperienza di lavoro come ricercatore più che di studio".
"Tale sostegno - ricorda Zedda - non viene erogato mensilmente o annualmente ma in rate che talvolta possono comprendere il 90 per cento della borsa in un unica soluzione, il che porta durante quell'annualità a pagare una aliquota Irpef elevatissima".
Con un'interpellanza i tre rappresentanti nell'aula di via Roma di Sinistra Ecologia e Libertà (primo firmatario Massimo Zedda) chiedono al presidente della Giunta regionale, Ugo Cappellacci, "se intende interpellare l'Agenzia delle Entrate per chiarire il regime fiscale delle borse di studio per giovani ricercatori".
Sulla questione della tassazione dei fondi Fse, ricorda Zedda, è inoltre intervenuta qualche anno fa la Corte di Giustizia Europea.
Con sentenza del 25 ottobre 2007 la Corte ha infatti chiarito “che il divieto di ogni detrazione deve necessariamente estendersi a tutti gli oneri che sono direttamente e intrisecamente correlati alle somme versate".
Attualmente i 700 ricercatori percepiscono borse di studio sottoposte a una tassazione Irpef come normali redditi da lavoro, ma gli assegni - sottolinea l'esponente di Sel - "non comprendono alcun trattamento previdenziale pur essendo legati a un'esperienza di lavoro come ricercatore più che di studio".
"Tale sostegno - ricorda Zedda - non viene erogato mensilmente o annualmente ma in rate che talvolta possono comprendere il 90 per cento della borsa in un unica soluzione, il che porta durante quell'annualità a pagare una aliquota Irpef elevatissima".
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