Arst "made in Cappellacci". Il Consiglio di amministrazione dei "baciati dalla fortuna": più soldi e meno competenze

10 Luglio 2010
(IlMinuto) – Cagliari, 10 luglio - "Baciati dalla fortuna". Così Claudia Zuncheddu, consigliere regionale e presidente dei Rossomori, definisce i nuovi componenti del Cda dell'Azienda Trasporti Regionali della Sardegna (Arst). Una società per azioni con un unico azionista: la Regione Sardegna.
E in effetti entrare a fare parte del Cda dell'Arst in tempi di disoccupazione e crisi è proprio una "fortuna".
Una delibera approvata dalla Giunta regionale lo scorso 12 maggio ha stabilito di portare da tre a cinque i componenti del Consiglio di amministrazione. Non solo, una modifica statutaria ha fatto piazza pulita dei requisiti di esperienza e di professionalità sinora richiesti per entrare a fare parte del Cda.
Il precedente Statuto richiedeva infatti una "esperienza in qualità di amministratore o dirigente, per almeno un quinquennio, in aziende industriali produttrici di beni e o servizi aventi più di cento dipendenti o in pubbliche amministrazioni o analoghe” oppure una “esperienza libero professionale o di docenza universitaria in materie giuridiche, economiche o ingegneristiche, per almeno dieci anni”. Titoli non richiesti dalla Giunta Cappellacci.
A una riduzione delle competenze richieste non corrisponde però, come logica vorrebbe, un taglio degli emolumenti, ma un aumento delle spese.
In tempi di crisi e disoccupazione di massa la Giunta regionale ha stabilito infatti (delibera 19 del 12 maggio) di "fissare la remunerazione dei consiglieri di amministrazione stabilendo di corrispondere al Presidente del Consiglio di amministrazione un compenso mensile pari alla retribuzione complessiva spettante ad un Direttore generale dell’Amministrazione regionale con venti anni di anzianità. Agli altri componenti spetta un compenso pari al cinquanta per cento della indennità spettante al Presidente”.
Claudia Zuncheddu non ci sta. "Il nuovo Statuto - sottolinea - non solo prevede l’abolizione di titoli e competenze (i neoconsiglieri sono stati selezionati dall’Assessore dei Trasporti in base ai curricula presentati) ma aumenta l’indennità del Presidente, che percepirà un compenso mensile pari quello di un Direttore Generale della Regione Sardegna con 20 anni di anzianità di servizio e che ammonta a circa 150–170 mila euro all’anno".
Questi i membri del nuovo Cda, che Zuncheddu definisce "eletti del signore": Giovanni Caria (Presidente), Armando Loi (vice Presidente), Luigi Perseu, Giovanni Pileri, Giuseppe Atzeri (componenti).
L'esponente dei Rossomori chiede che della "questione Arst" si discuta in Consiglio regionale. "Di fronte alla drammatica situazione legata alle povertà emergenti - scrive Zuncheddu - che si sommano alle vecchie povertà, con i tagli all’Occupazione, alla Sanità, alla Scuola, sollecitiamo il Presidente Cappellacci e la sua Giunta ad affrontare urgentemente in sede di Consiglio, un dibattito sugli sperperi di danaro pubblico a partire dalla necessità di abbattere i costi della politica e a dare giustificazioni all’ Assemblea dei sardi, sulle inopportune e irresponsabili scelte riguardanti la delibera, che chiediamo venga ritirata".
Sul tema era intervenuta anche la Filt Cgil. La delibera - si può leggere in una nota sindacale diffusa a pochi giorni dall'approvazione della delibera - è "un insulto ai lavoratori dell’Arst con stipendi di 500 o 600 euro al mese, a quelli delle cooperative cacciati dal posto di lavoro per far lavorare le agenzie interinali, ai lavoratori accampati sotto il Consiglio regionale che rivendicano la giusta e doverosa assunzione nell’Arst". 

 

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