Bruno Bellomonte rispedito in Calabria. AMpI: "Ennesimo abuso". Giovedì a Sassari il corteo ad un anno dall'arresto
(IlMinuto) – Cagliari, 8 giugno - "Dopo aver negato a Bruno Bellomonte il diritto di voto e dopo avergli negato gli arresti domiciliari lo stato italiano continua a condannarlo alla deportazione, procedura illegale e contraria alle sue stesse leggi". E' quanto afferma con una nota la Direzione nazionale di A Manca pro s'Indipendentzia.
"Apprendiamo solo oggi - prosegue la nota - dopo numerosi giorni di silenzio in cui nessuno sapeva dove fosse stato portato il nostro dirigente, che Bruno Bellomonte è stato nuovamente deportato a Catanzaro, dove a questo punto aspetterà la data della prima udienza, cioè il 16 settembre".
Anche contro quello che l'organizzazione comunista e indipendentista definisce "ennesimo abuso" e per chiedere "l’immediata scarcerazione di Bruno", A Manca pro s’Indipendentzia ha indetto un corteo ad un anno esatto dall'arresto di Bellomonte. I manifestanti si ritroveranno, a Sassari, in piazza della Stazione (18.00).
"Sono invitate a partecipare - conclude la Direzione - tutte le associazioni, i partiti, i movimenti, i singoli che ritengono sia arrivato il momento di dire basta e di reagire a questa ennesima violenza perché quella inflitta a Bruno Bellomonte è il simbolo della secolare oppressione subita dal nostro popolo sfruttato, umiliato e privato della sua libertà.
"Apprendiamo solo oggi - prosegue la nota - dopo numerosi giorni di silenzio in cui nessuno sapeva dove fosse stato portato il nostro dirigente, che Bruno Bellomonte è stato nuovamente deportato a Catanzaro, dove a questo punto aspetterà la data della prima udienza, cioè il 16 settembre".
Anche contro quello che l'organizzazione comunista e indipendentista definisce "ennesimo abuso" e per chiedere "l’immediata scarcerazione di Bruno", A Manca pro s’Indipendentzia ha indetto un corteo ad un anno esatto dall'arresto di Bellomonte. I manifestanti si ritroveranno, a Sassari, in piazza della Stazione (18.00).
"Sono invitate a partecipare - conclude la Direzione - tutte le associazioni, i partiti, i movimenti, i singoli che ritengono sia arrivato il momento di dire basta e di reagire a questa ennesima violenza perché quella inflitta a Bruno Bellomonte è il simbolo della secolare oppressione subita dal nostro popolo sfruttato, umiliato e privato della sua libertà.
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