Claudia Zuncheddu (Rossomori): "I guerrafondai italiani mettano giù le mani da Emergency, 'testimone scomodo'"
(IlMinuto) – Cagliari, 23 aprile - "Per i 'guerrafondai italiani', il recente arresto dei tre medici in Afganistan, poi liberati perché riconosciuti innocenti, è stata un’occasione per combattere Emergency 'scomodo testimone'". E' quanto afferma Claudia Zuncheddu - consigliere regionale, presidente dei Rossomori e medico - in un post pubblicato sul suo blog e intitolato "Giù le mani da Emergency".
La sardista di sinistra ricorda l'incontro con un giovane Gino Strada, avvenuto decenni fa.
"Lo conobbi - spiega Zuncheddu - nel reparto di Chirurgia d’Urgenza del prof. Staudacher che ebbi occasione di frequentare per alcuni anni. Lo ricordo in sala operatoria 'a testa bassa' impegnato in un intervento molto complesso. A distanza di alcuni decenni Gino Strada continua 'a testa bassa' a salvare vite umane non più nelle sale operatorie del Policlinico di Milano o a Città del Capo o negli Usa o in Gran Bretagna, ma spesso in poveri e precari 'ospedali da campo' nelle zone più depresse del mondo e in guerra".
"Il dissenso contro la guerra - sottolinea - lo esercita concretamente salvando migliaia di vite umane. A Gino Strada, chirurgo di guerra e a tutti i colleghi che operano come 'scudi umani' in difesa dei più fragili e contro la follia della guerra non è dovuto nient’altro che 'rispetto'. Il giusto 'rispetto' per chi salvando la vita degli altri, solo per dovere morale, dà senso alla propria esistenza. A Gino e a tutti i colleghi che operano in trincea auguro lunga vita".
La sardista di sinistra ricorda l'incontro con un giovane Gino Strada, avvenuto decenni fa.
"Lo conobbi - spiega Zuncheddu - nel reparto di Chirurgia d’Urgenza del prof. Staudacher che ebbi occasione di frequentare per alcuni anni. Lo ricordo in sala operatoria 'a testa bassa' impegnato in un intervento molto complesso. A distanza di alcuni decenni Gino Strada continua 'a testa bassa' a salvare vite umane non più nelle sale operatorie del Policlinico di Milano o a Città del Capo o negli Usa o in Gran Bretagna, ma spesso in poveri e precari 'ospedali da campo' nelle zone più depresse del mondo e in guerra".
"Il dissenso contro la guerra - sottolinea - lo esercita concretamente salvando migliaia di vite umane. A Gino Strada, chirurgo di guerra e a tutti i colleghi che operano come 'scudi umani' in difesa dei più fragili e contro la follia della guerra non è dovuto nient’altro che 'rispetto'. Il giusto 'rispetto' per chi salvando la vita degli altri, solo per dovere morale, dà senso alla propria esistenza. A Gino e a tutti i colleghi che operano in trincea auguro lunga vita".
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