Documento. Lettera aperta della comunità senegalese: "Dopo lo sgombero tutti in strada"
Dopo lo sgombero tutti in strada
Ci hanno mandato via da Giorgino dicendo che si stava male, che le case stavano crollando, e che eravamo abusivi, anche se avevamo un contratto.
Ci hanno mandato in una situazione peggiore.
Noi senegalesi che fino al 10 febbraio 2010 abitavamo a Giorgino facciamo questa rivendicazione affinché gli italiani sappiano che adesso siamo per strada a causa del Comune di Cagliari e della Caritas. Nonostante le promesse, di fatto tutti noi, con regolare permesso di soggiorno non abbiamo ottenuto un'altra abitazione e le sistemazioni sono tutte provvisorie e precarie.
Dei (71) residenti a Giorgino, (tutti con regolare permesso di soggiorno,) solo meno della metà ha avuto una sistemazione comunque provvisoria e peggiorativa rispetto a quella precedente.
Alcuni sono alloggiati alla Caritas, altri in albergo e altri ancora in abitazioni fuori città, affittate dal comune per (solo) un anno. I rimanenti, una quarantina circa, si trovano invece attualmente in Senegal e per questi ultimi, non è stata predisposta alcuna sistemazione in vista del loro imminente rientro.
Cinque di noi, pur non essendo rifugiati politici né richiedenti asilo, ma immigrati (con regolare permesso di soggiorno) che lavorano e pagano le tasse in Italia, sono ospitati all’ostello Caritas in viale Frà Ignazio. Questa situazione impone orari di ingresso, di uscita e di mensa obbligatori e vincolanti, e non è possibile svolgere liberamente la propria attività lavorativa.
Altri 15 sono alloggiati all’hotel 4mori in attesa di una casa: non possono cucinare (né usufruire del ristorante dell’albergo) e per mangiare sono costretti a spendere molti soldi (in bar e ristoranti) oppure a rivolgersi ai propri amici.
Chi ha avuto la casa, non ha le stesse condizioni lasciate a Giorgino. Per esempio la casa assegnata a Quartu ospita tre persone in un bilocale, inizialmente anche senza luce e con un’unica camera da letto. Inoltre il padrone di casa aveva preso altri accordi con la Caritas e si aspettava un numero minore di persone, per cui non intendendo affittare alle tre attualmente alloggiate ne ha mandato via due, che ora sono ospiti di amici.
Le altre case assegnate sono lontane da Cagliari (Assemini: 8 persone in tre camere, Capitana: 6 persone, Dolianova: rifiutata perché troppo lontana) e obbligano a spostamenti difficoltosi e dispendiosi per raggiungere la città e i luoghi di lavoro (spese per i trasporti e limiti d’orario imposti dai mezzi pubblici).
Infine, chi ha in scadenza il permesso di soggiorno ora ha il problema di non avere una residenza e non può rinnovare il permesso senza una residenza.
Un parte consistente dei beni che stavano nell’edificio di Giorgino sono stati perduti: chi era presente allo sgombero è riuscito a mettere in salvo una parte dei propri averi, ma chi ora si trova in Senegal ha perso gran parte dei suoi averi: chi ci risarcirà di quanto è andato smarrito, rovinato, distrutto o rubato nello sgombero e nella successiva demolizione?
E dove troveremo delle case in affitto dal momento che i padroni di casa fanno sempre più difficoltà a fare contratti ad immigrati? E perché tutto ciò?
Per questi motivi giovedì 18 febbraio 2010 alle ore 10.00 ci vediamo di fronte al Comune di Via Sonnino (Piazza Alcide De Gasperi, Cagliari)
Ci hanno mandato via da Giorgino dicendo che si stava male, che le case stavano crollando, e che eravamo abusivi, anche se avevamo un contratto.
Ci hanno mandato in una situazione peggiore.
Noi senegalesi che fino al 10 febbraio 2010 abitavamo a Giorgino facciamo questa rivendicazione affinché gli italiani sappiano che adesso siamo per strada a causa del Comune di Cagliari e della Caritas. Nonostante le promesse, di fatto tutti noi, con regolare permesso di soggiorno non abbiamo ottenuto un'altra abitazione e le sistemazioni sono tutte provvisorie e precarie.
Dei (71) residenti a Giorgino, (tutti con regolare permesso di soggiorno,) solo meno della metà ha avuto una sistemazione comunque provvisoria e peggiorativa rispetto a quella precedente.
Alcuni sono alloggiati alla Caritas, altri in albergo e altri ancora in abitazioni fuori città, affittate dal comune per (solo) un anno. I rimanenti, una quarantina circa, si trovano invece attualmente in Senegal e per questi ultimi, non è stata predisposta alcuna sistemazione in vista del loro imminente rientro.
Cinque di noi, pur non essendo rifugiati politici né richiedenti asilo, ma immigrati (con regolare permesso di soggiorno) che lavorano e pagano le tasse in Italia, sono ospitati all’ostello Caritas in viale Frà Ignazio. Questa situazione impone orari di ingresso, di uscita e di mensa obbligatori e vincolanti, e non è possibile svolgere liberamente la propria attività lavorativa.
Altri 15 sono alloggiati all’hotel 4mori in attesa di una casa: non possono cucinare (né usufruire del ristorante dell’albergo) e per mangiare sono costretti a spendere molti soldi (in bar e ristoranti) oppure a rivolgersi ai propri amici.
Chi ha avuto la casa, non ha le stesse condizioni lasciate a Giorgino. Per esempio la casa assegnata a Quartu ospita tre persone in un bilocale, inizialmente anche senza luce e con un’unica camera da letto. Inoltre il padrone di casa aveva preso altri accordi con la Caritas e si aspettava un numero minore di persone, per cui non intendendo affittare alle tre attualmente alloggiate ne ha mandato via due, che ora sono ospiti di amici.
Le altre case assegnate sono lontane da Cagliari (Assemini: 8 persone in tre camere, Capitana: 6 persone, Dolianova: rifiutata perché troppo lontana) e obbligano a spostamenti difficoltosi e dispendiosi per raggiungere la città e i luoghi di lavoro (spese per i trasporti e limiti d’orario imposti dai mezzi pubblici).
Infine, chi ha in scadenza il permesso di soggiorno ora ha il problema di non avere una residenza e non può rinnovare il permesso senza una residenza.
Un parte consistente dei beni che stavano nell’edificio di Giorgino sono stati perduti: chi era presente allo sgombero è riuscito a mettere in salvo una parte dei propri averi, ma chi ora si trova in Senegal ha perso gran parte dei suoi averi: chi ci risarcirà di quanto è andato smarrito, rovinato, distrutto o rubato nello sgombero e nella successiva demolizione?
E dove troveremo delle case in affitto dal momento che i padroni di casa fanno sempre più difficoltà a fare contratti ad immigrati? E perché tutto ciò?
Per questi motivi giovedì 18 febbraio 2010 alle ore 10.00 ci vediamo di fronte al Comune di Via Sonnino (Piazza Alcide De Gasperi, Cagliari)
Comunità senegalese di Giorgino
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