Il Riverrun omaggia Boris Vian a cinquant'anni dalla sua morte
Storia di un disertore, il ricordo graffiante di Vian, portato in scena da Fausto Siddi e Monica Serra al Teatro Riverrun, nell’ambito della Rassegna Travessias, è uno dei pochi omaggi italiani all’autore e musicista francese, conosciuto, dal 1946, anche con lo pseudonimo di Vernon Sullivan. A cinquant’anni dalla sua morte, è infatti proprio il Riverrun a battere il palcoscenico con uno dei pochi spettacoli che ha il merito di rompere il silenzio che in Italia avvolge il padre di J'irai cracher sur vos tombes (Sputerò sulle vostre tombe), la cui opera letteraria e musicale, fortemente eclettica, è trascurata e quasi sconosciuta ai più. Ieri sera, nella piccola sala di via Giardini 164 a Cagliari, il pubblico ha "consumato" il primo dei tre appuntamenti dedicati all’autore francese: un’ora e mezzo di spettacolo in cui sul palcoscenico vi era solo lui: Boris Vian, raccontato, interpretato, cantato. Dire che il Riverrun ha il merito di aver omaggiato la figura de le deserteur sarebbe però troppo poco. Ciò che infatti emerge dalle parole di Fausto Siddi è una rilettura della figura di Vian, conosciuto solo per essere stato l’autore di una “canzonetta” divenuta manifesto dell’antimilitarismo e del pacifismo. Una canzone, più che una canzonetta, che in realtà mostra ben altri aspetti, in quanto portatrice, come tutta l’opera di Vian, di messaggi di grande attualità.
(FP)