Michela Murgia sì. Michela Murgia no. L’ennesimo equivoco? Una riflessione di Cristiano Sabino

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(IlMinuto) – Cagliari, 1 luglio – L’indipendentismo è una cosa seria e il processo di costruzione del blocco nazionale lo è altrettanto. Ora bisogna vedere se la degenerazione mediatica e grillista della politica riuscirà a rovinare anche i percorsi più interessanti e se il nuovo tormentone di questa fresca estate Michela Murgia sì. Michela Murgia no riuscirà a disinnescare l’interessante dibattito pre-elettorale che sta animando la vita del movimento di liberazione nazionale sardo. Lo diciamo subito. Il nome del possibile candidato del blocco indipendentista ci interessa molto relativamente, almeno in questa fase. Abbiamo apprezzato per molti versi le prese di posizione della Murgia, in particolare le sue vibranti parole ad Arborea contro le trivelle dei Moratti, molto meno le sue recenti posizioni filopapiste e la sviolinata a quel pagliaccio della Sanchez. Ma non è questo il punto. Crediamo che prima di fare il toto candidato dell’area indipendentista bisognerebbe stabilire alcune questioni preliminari di straordinaria importanza. Vanno chiariti alcuni passaggi fondamentali che dovrebbero determinare una seria e strutturata riflessione per le prossime elezioni “regionali”: 1) decidere gli aderenti politici al blocco nazionale; 2) decidere a chi e come allargare; 3) decidere il programma; 4) decidere il candidato. E tutto questo ovviamente non in solitaria, ma in maniera collegiale e democratica. Come le case non si fanno dal tetto, così il blocco nazionale non si costruisce dal candidato, chiunque esso sia! Invece bloggers, giornalisti, opinionisti e liberi battitori si stanno lanciando in una rincorsa a chi incorona meglio e chi demolisce più a fondo la figura della scrittrice, creando due tifoserie contrapposte ma tutto sommato equivalenti. Ci vediamo una trappola, anzi una voragine in cui rischiano di essere risucchiate ancora una volta le migliori energie e le più profonde aspirazioni di emancipazione collettiva di una grossa fetta della nostra nazione, soprattutto in questa fase storica e politica. Non vorremmo che ci cadessero anche gli amici di ProgReS , proprio loro che sono i paladini dell’orizzontalità antipersonalistica, giustamente consci che il leaderismo sia stato il peggior veleno del movimento indipendentista. Michela Murgia sì, Michela Murgia no rischia dunque di diventare l’ennesimo equivoco giocato sulla personalizzazione della politica, una specie di cortocircuito di tutto quello che l’indipendentismo serio ha fatto finora. La stessa personalizzazione che la Murgia ha criticato ai tempi della scissione di Irs e che continua giustamente a criticare nel suo blog. La sua candidatura alla fine di un percorso di elaborazione da parte dei partiti seri e coerenti dell’indipendentismo potrebbe essere anche una buona idea, perché no, una ipotesi di cui parlare. Ma attenzione alle investiture dalle colonne dell’Unione Sarda o dei tifosi professionali. Forse è arrivato il momento di lasciare un attimo in silenzio blogs e social networks e di trovarsi fra indipendentisti per capire che cosa vogliamo fare da grandi, anche per prosciugare le argomentazioni di chi, come Biolchini e Dadea, tendono a far ripiombare nella italianissima dialettica Pd-Pdl-5stelle una possibile sua candidatura. A proposito, quando Michela Murgia si pone la domanda se esistano in Sardigna “abbastanza sardi liberi da clientele da credere in un moto di cambiamento opposto e contrario a quello dei tradizionali partiti” bisognerebbe specificare che le clientele hanno una straordinaria capacità di camuffarsi e di simulare splendidi e smaglianti sorrisi indipendentisti. Quindi attenzione ai pescicane, ai fuoriusciti, agli “scomodi” di professione, a quelli che “ma io amo la Sardegna come voi”. E ricordiamoci sempre che le elezioni sono una parte e nemmeno la più importane nel lungo e difficile percorso di liberazione nazionale.

Cristiano Sabino

Portavoce A Manca pro s’Indipendentzia
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