Documento: Palestina, l'analisi di Pcl
Il Partito Comunista dei Lavoratori si schiera da subito senza riserve al fianco del popolo palestinese contro l'azione criminale in atto da parte dello Stato Sionista d'Israele.
Il governo Netanyahu ha aperto la propria campagna elettorale per il voto di Gennaio con una nuova escalation militare contro la popolazione di Gaza. Una popolazione già schiacciata ed oppressa in una piccola prigione a cielo aperto viene bombardata senza pietà dai propri carcerieri. Che preparano una nuova invasione militare della Striscia, e una sua nuova possibile occupazione , fuori e contro ogni parvenza di cosiddetta “legalità” internazionale. Si prepara per i Palestinesi una nuova pagina drammatica di resistenza eroica.
Ancora una volta gli alleati veri del popolo Palestinese non siedono all'ONU, né alla testa degli Stati arabi. Il nuovo governo egiziano dei Fratelli Musulmani, che pur “condanna” l'azione d'Israele, si guarda bene dal rompere il trattato di pace col Sionismo siglato dall'Egitto nel 79. L'esercito egiziano che nuovamente intimidisce e reprime il proprio popolo non si schiererà sul campo a fianco dei palestinesi: preferisce soldi e protezione dell'Amministrazione USA, garante del compromesso coi Fratelli Musulmani e delle relazioni di buon vicinato con Israele. L'arroganza omicida di Israele contro i palestinesi è proporzionale alla viltà e alla corruzione delle borghesie arabe.
Solo i lavoratori e la popolazione povera di Palestina e dei paesi arabi possono intervenire a sostegno del popolo di Gaza. Con una straordinaria mobilitazione di massa che travalichi i confini artificiali degli Stati Arabi. Che recuperi e sviluppi sino in fondo le stesse aspirazioni di libertà e di emancipazione delle grandi rivolte della “Primavera”, contro i nuovi governi borghesi che le hanno negate e sequestrate. Che impugni il diritto storico alla liberazione araba dal sionismo, al ritorno incondizionato dei palestinesi nella propria terra, al rovesciamento dello Stato coloniale fantoccio d'Israele, alla creazione di uno Stato arabo di Palestina, laico e socialista, all'interno di una Federazione socialista araba e del Medio Oriente.
Non può esservi “pace” tra oppressi ed oppressori. La rivendicazione “Due popoli, due Stati”, che accomuna le sinistre riformiste e l'intero arco borghese democratico, è tanto più oggi un'utopia subalterna. Solo la distruzione dei fondamenti militari, etnici, confessionali dello Stato sionista d'Israele può liberare uno spazio storico di pacificazione tra Arabi e minoranza ebraica in Palestina.
Tanto più oggi, la salvezza del popolo palestinese, e la conquista di una pace giusta e durevole in Medio Oriente, sono inseparabili dalla prospettiva di una rivoluzione socialista nell'intera nazione araba. Contro ogni subordinazione al sionismo, all'imperialismo, al fondamentalismo religioso. Il vero risorgimento nazionale arabo sarà socialista o non sarà.
Partito Comunista dei Lavoratori