UN ANNO FA. Caso Bellomonte. Cristiano Sabino (aMpI): "I media e giornali vogliono privarci del diritto di replica. Sulla Nuova Sardegna ricostruzioni incredibili e fantasiose"

26 Martzu 2011
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(IlMinuto) – Cagliari, 27 marzo 2010 – “Come fa Bruno Bellomonte ad essere contemporaneamente capostazione, sindacalista attivissimo, dirigente indipendentista e a capo di tre organizzazioni armate (non dimentichiamoci l’inchiesta del 2006 che lo vedeva fondatore di Npc ed Oir)?”. E’ quando chiede in un comunicato il portavoce nazionale di A Manca pro s’Indipendentzia, Cristiano Sabino, commentando un articolo sul caso Bellomonte pubblicato ieri sulla Nuova Sardegna e intitolato “Volevano colpire il G8 alla Maddalena”. “Pochi giorni fa – spiega Sabino – la nostra organizzazione aveva diramato un comunicato sulla chiusura delle indagini in cui è coinvolto anche il dirigente nazionale di A Manca pro s’Indipendenza Bruno Bellomonte”. “Il tribunale del Riesame – sostiene l’esponente indipendentista – si è limitato a fare un copia incolla delle motivazioni del Pm Saviotti agitando come prove schiaccianti blande intercettazioni telefoniche, e null’altro”. “I giornali e i media – prosegue il portavoce – hanno completamente ignorato il nostro comunicato di critica puntuale alle tesi dell’accusa (IlMinuto Notizie Mediterranee fa eccezione alla regola, ndr) dove denunciavamo tutti i paradossi logici e politici delle tesi dell’accusa e oggi un tale giornalista Andrea Salaris scrive un articolo intitolato ‘Volevano colpire il G8 alla Maddalena’”.
“Ora – continua Sabino – è necessario chiederci: di che cosa è accusato Bruno? Il giornalista non si vergogna di ripetere le tesi fantasiose ed incredibili dell’accusa: ‘bombardare con modelli radiocomandati le navi destinate ad ospitare le delegazioni del G8′. Proprio così. A Manca pro s’Indipendentzia dispone di un esercito e di una artiglieria capaci di bombardare lo stato maggiore delle maggiori potenze capitalistiche riunite a vertice. Altro che Br e Bin Laden, Bruno Bellomonte stava rifondando l’Urss!”.
“Ma dove sono – chiede – questi cacciabombardieri telecomandati? Dove sono i covi della struttura militare di cui disponiamo? Dove sono le armi? Dove sono i piani di attacco e di fuga necessari in una operazione militare di questa portata? Dove è la rete di contatti e di relazioni articolata ed operativa per pianificare una simile operazione di guerra?”.
“Bruno Bellomonte all’epoca dei fatti era uno di quei compagni di A Manca che si stava occupando della mobilitazione del vertice delle nazioni senza stato che volevamo organizzare insieme a tanti altri movimenti e partiti sia sardi che internazionali. Ecco perché Bruno si stava occupando di G8!”
“Ripetiamo – precisa l’esponente indipendentista – che Bruno Bellomonte è un dirigente indipendentista e che lo statuto e il regolamento di A Manca impediscono la doppia militanza politica e soprattutto non prevedono la possibilità di aderire ad organizzazioni italiane di qualunque natura. Il compito dei comunisti sardi è di lottare in Sardegna per la costruzione dello Stato sardo dei lavoratori rafforzando A Manca pro s’Indipendentzia”.
“Prendiamo atto – conclude il portavaoce nazionale di aMpI – che qualcuno ha deciso che A Manca pro s’Indipendentzia non ha diritto di replica alle incredibili accuse degli inquisitori romani. Poco male, continueremo a fare quello che stiamo facendo da mesi, cioè andare dal nostro popolo e smascherare il progetto di annientamento della sinistra indipendentista sarda in maniera diretta”.
Bruno Bellomonte, arrestato nel giugno 2009, è detenuto nel carcere di Siano (Catanzaro) dal luglio dello stesso anno.
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