Documento: lettera di Caterina Tani, moglie di Bruno Bellomonte, al Direttore della Nuova Sardegna (21/4/2010). MAI PUBBLICATA

14 Cabudanni 2010
Egregio Direttore,
sono la moglie di Bruno Bellomonte militante del movimento indipendentista a Manca pro s’indipendentzia, arrestato lo scorso giugno a Roma con l’accusa di voler ricostituire le BR e progettare un attentato in occasione del G8 alla maddalena e di cui il giornale da Lei diretto si è occupato in quest’ultimo periodo con diversi articoli.
L’ultimo pubblicato lo scorso 26 marzo mi ha fatto decidere a scrivere questa lettera che indirizzo alla sua attenzione in qualità di direttore.
Complessivamente sarà il mio avvocato a valutare se ci sono i margini di una azione legale nei confronti del giornale, io vorrei però in questo momento rilevare alcuni passaggi rispetto ai quali un giornalismo serio avrebbe potuto fare alcune verifiche e forse, evitato una serie di allusioni e insinuazioni, fino agli accostamenti anche con la cosiddetta criminalità comune.
1) dal pezzo di Lissia del 20/1/2010 “informazioni di intelligence indicano Arbus come la sede di incontri fra membri della stella a cinque punte con Fallico e Bellomonte”. Pur senza averla mai nominata è evidente il riferimento alla festa che si è tenuta in quella località nei giorni  1 e 2 maggio 2009, non posso credere che giornalisti che vivono ed operano in quest’isola non potessero accertare, dato che sanno benissimo che Bellomonte è ferroviere se per caso non  fosse in servizio e che magari ad Arbus non è andato in nessuno dei due giorni di festa. Magari bastava chiedere alla Digos di Sassari, con la quale sicuramente avrete dei rapporti per la vostra attività nei casi di cronaca giudiziaria, che avrebbe potuto informarvi  per esempio che,  era presente alla festa del 1 maggio organizzata dal Sindacato SNS a Sassari nel parco di Baddimanna, e che il giorno 2 giorno era invece al lavoro.


2) Nel pezzo di Gianoglio del 21/01/2010 capoverso “Amicizie pericolose”  si riferisce che la tessera Sim in possesso del Calia potesse essere arrivata in Sardegna tramite il Bellomonte e poi passata di mano, per carità solo ipotesi nulla di più né indizi né prove. Anche su questo non posso credere che non  si abbia la consapevolezza di quanto un articolo di giornale in cui si insinua un dubbio, faccia presa su chi legge. Soprattutto se non lo si smentisce e chiarisce appena se né presenta la possibilità e l’opportunità, cosa per esempio che poteva essere fatta nell’articolo dello scorso 2 aprile “Maurizio Calia non fa parte delle nuove BR” a firma della stessa giornalista. Pazienza, forse si era già dimenticata di quanto scritto sullo stesso argomento nell’articolo precedente.
3) Pezzo di Salaris del 26/03/10, una vera perla!!!! volevano “Bombardare con modellini radiocomandati le navi destinate ad ospitare le delegazioni del G8 alla Maddalena” Ribadisco che un giornalista serio avrebbe avanzato qualche domanda del tipo: bombardare con che cosa? bombe, ordigni nucleari, missili? Gli organizzatori né erano già in possesso? Se si come le avrebbero trasportate in Sardegna e dove le avrebbero immagazzinate? Oppure con chi erano in contatto per procurarsele? E di quale struttura e piano disponevano per potersi permettere di bombardare navi che sicuramente sarebbero state circondate da un cordone di  sicurezza inavvicinabile da chilometri e chilometri di distanza?
Bombardare con “modellini radiocomandati”? quali modellini, tipo giocattoli per bambini o cosa? esistono? son stati trovati?
Scusi,ma a me pare che il Salaris non sappia davvero cosa sia il ridicolo!!


Ancora, scrive che “ieri hanno chiuso l’indagine” forse si riferiva con “ieri” al giorno in cui gli è stata passata l’informazione, dato che la notizia di chiusura dell’inchiesta è stata notificata agli avvocati il giorno 16/3. Neanche in questa incontrovertibile verità l’informazione era esatta, ma tant’è.
Non commento neppure  le due righe sotto la foto di Bellomonte “ è stato accusato di essere il capo cellula delle nuove Brigate Rosse”, neanche il Pm si è spinto tanto in là.


Ancora una volta niente di nuovo sotto il sole, non avete scherzato neanche nel 2006 a proposito dell’operazione Arcadia. Un giornalista serio per esempio, potrebbe chiedersi come mai a distanza di quasi quattro anni non se né più parlato, eppure per giorni e giorni avete fatto titoloni su 10 persone sulle quali avete detto di tutto e di più comprese le partecipazioni a campi di  addestramento paramilitare in medio-oriente.

Finisco sottolineando che il legittimo e sacrosanto diritto di cronaca che rivendicate come categoria ad ogni piè sospinto dovrebbe accompagnarsi con un autonomo porsi delle domande e con una verifica più approfondita delle notizie che si vogliono dare, insomma anche con una sana indagine giornalistica, altrimenti tutti possiamo altrettanto legittimamente pensare che non di giornalismo si tratta ma di sola trascrizione acritica delle notizie messe in giro dagli organi di polizia. Tanto più su argomenti come questo di cui scrivo, rispetto ai quali ci si ritrova impotenti e senza diritto di replica da parte di nessuno.

Sassari  21/04/2010

La saluto con cordialità
Caterina Tani
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