Documento: lettera dei docenti abilitati del Tirocinio Formativo Attivo
Cari genitori e studenti,
il nuovo anno scolastico sta iniziando e alle incertezze di sempre si aggiunge una situazione paradossale, ingiusta per noi e lesiva per la qualità della scuola.
Dopo diversi anni durante i quali non erano stati attivati percorsi formativi e abilitanti alla professione di insegnante, finalmente nel giugno 2012 il Ministero dell’Istruzione ha istituito il TIROCINIO FORMATIVO ATTIVO ORDINARIO (TFA). L’accesso a numero chiuso, calcolato sulla base del fabbisogno di ciascuna regione e concepito per una selezione meritocratica, prevedeva tre prove di disciplina, una nazionale e due di ateneo.
All’iter selettivo è seguito un percorso di formazione estremamente impegnativo e altamente professionalizzante, nel corso del quale abbiamo avuto modo di approfondire aspetti delle nostre discipline di insegnamento, di acquisire competenze pedagogiche e didattiche (con adeguata attenzione agli studenti con bisogni educativi speciali) e di essere valutati per il lavoro svolto in classe come insegnanti.Dei 115.000 candidati che hanno partecipato alle selezioni per il TFA, solo una piccola parte è risultata idonea e, di quella parte, soltanto i primi 11.000 sono riusciti ad entrare (gli 11.000 con il punteggio più alto risultante dai punteggi ottenuti nelle singole prove, dai titoli - voto di laurea, dottorati, master - e dal servizio), ottenendo l’ammissione ai corsi di durata annuale presso le Università e al tirocinio presso gli Istituti scolastici.
Sì, avete letto bene, siamo stati osservati e valutati nello svolgimento del nostro lavoro. Chi ha svolto l’intero percorso con un voto almeno di 70 /100 ha potuto ambire all’abilitazione.
Il titolo conseguito dà diritto all’iscrizione nella II fascia delle graduatorie di istituto (art. 4 comma 27-bis del D.M. 81/13), elenco prioritario rispetto alla III fascia (in quest’ultima si trovano i docenti non abilitati). Il Ministero, altresì, aveva invitato le Università a chiudere il primo ciclo del TFA entro l’estate in modo tale da poter spendere l’abilitazione fin da quest’anno scolastico (nota del 17 aprile 2013).
Non si è tuttavia considerato che ad oggi l’aggiornamento delle graduatorie di istituto, che permetterebbe il riconoscimento del titolo abilitante e quindi il passaggio dalla III alla II fascia, non si terrà fino all’estate 2014. Ciò significa che quest’anno molti insegnanti abilitati grazie al TFA non entreranno in classe in quanto il loro titolo, faticosamente conseguito, non viene riconosciuto dallo stesso Stato italiano che lo ha conferito. Questa situazione paradossale fa sì che le scuole, che proprio in questi giorni stanno convocando gli insegnanti per il nuovo anno scolastico, continuino ad affidare incarichi a personale non abilitato pur in presenza di docenti convenientemente formati.
Cosa impedisce al Ministro di emanare un decreto che permetta a noi di aggiornare la nostra posizione e alle scuole di dare la precedenza a noi abilitati rispetto ai colleghi non abilitati nelle graduatorie di istituto?
Ma non è finita: fra poco verrà avviato un Percorso Abilitante Speciale. Unico requisito per entrare: avere 3 anni di servizio, di cui almeno uno nella materia in cui ci si vuole abilitare. Non importa come le persone abbiamo lavorato in quei 3 anni o più. Nessuno controllerà ciò che è stato fatto e come, nessuno entrerà nelle loro classi come è accaduto a noi, per valutare le competenze didattiche, pedagogiche e disciplinari. L’abilitazione verrà ottenuta al conseguimento di una votazione minima di 60/100 (e non 70/100 come nel nostro caso). Nessun numero chiuso (per noi sì invece), nessuna selezione iniziale (per noi è stata tripla). Il Ministero ha per anni sfruttato il precariato perché costava meno. Ora ha tirato troppo la corda e per evitare ricorsi per la mancata applicazione della stabilizzazione dopo 3 contratti annuali a tempo determinato tira fuori dal cappello i Percorsi Abilitanti Speciali attraverso i quali potranno ambire al nostro stesso titolo i precari che non hanno partecipato o non hanno superato le prove del Tfa ordinario (e, prima ancora, quelle di accesso alle vecchie SSIS, le scuole che fino al 2009 conferivano l’abilitazione). La storia è quella del bastone e della carota solo che invece di dare bastone e carota alle stesse persone, per noi abilitati del Tfa Ordinario… solo bastone. Per gli studenti che ambiscono ad avere personale selezionato e formato… bastone. Per i genitori che pagano le tasse nella speranza di un qualche riscontro… bastone pure a loro.
Con questo non vogliamo dire che chi non ha superato la selezione o non si sia presentato in attesa dei percorsi speciali non possa essere un buon insegnante, ma solo che le sue competenze non verranno controllate come nel nostro caso e che nessuno si prenderà la briga di valutare ciò che effettivamente fanno dentro le loro classi, quando tutti sappiamo che se i muri potessero parlare avrebbero sicuramente da raccontarci qualcosa di interessante. Ed è per aspettare che anche questi colleghi si abilitino che dobbiamo aspettare. Noi e voi.
Se avete letto fino a qui vi ringraziamo, sappiamo che in questa situazione in cui i problemi sono tanti non sempre si ha la forza o il tempo di poter seguire queste questioni che però sono di vitale importanza per la formazione delle nuove generazioni.
In conclusione approfittiamo di questa occasione per sfatare un mito legato alle persone che come noi hanno superato la selezione. Molti vogliono far credere che i neo-abilitati attraverso il TFA Ordinario siano soprattutto neolaureati di primo pelo che non hanno mai messo piede in classe, mentre la realtà delle cose è che l’età media degli abilitati di questo TFA è di 37/38 anni. Si tratta cioè nella maggior parte dei casi di insegnanti con esperienza sul campo, che lavorano già da diversi anni e che, a differenza di altri colleghi anch’essi precari, si sono sottoposti ad una selezione e l’hanno superata.
Per aggiornare il nostro punteggio, lo ripetiamo, è sufficiente un decreto ministeriale del Ministro dell’Istruzione Carrozza (il Ministro emana il decreto e in una settimana le graduatorie delle scuole vengono aggiornate). Ma per il momento il Ministro sembra più impegnato a garantire l’avvio dei Percorsi Abilitativi Speciali piuttosto che a garantire agli studenti di essere seguiti da personale selezionato e appositamente formato.
Cosa possono fare i genitori e gli alunni? Ribellarsi!
Pretendere che venga garantito sin da quest’anno un organico che includa gli insegnanti abilitati attraverso i TFA ordinari (attribuendo loro la priorità rispetto ai non abilitati).
La richiesta può essere inoltrata individualmente o attraverso i propri rappresentanti direttamente al Ministro Carrozza: carrozza_m@camera.it, al Presidente della Commissione Cultura del Parlamento Galan: galan_g@camera.it e facendo pressione sulle istituzioni regionali: Giunta regionale, Uffici Scolastici Regionali. Spingendo i Comitati Genitori e Studenteschi a far sentire la propria voce.
Noi, da parte nostra, ci stiamo facendo sentire attraverso i diversi gruppi di coordinamento degli abilitati con Tfa Ordinario, gruppi con i quali condividiamo la battaglia per una scuola che crede nella selezione e nella formazione del personale educativo e non nelle politica delle sanatorie più spregiudicate. E’ in virtù di questi ideali che sabato 7 settembre abbiamo manifestato a Roma davanti al Miur, mentre una nostra delegazione ha incontrato il Ministro Carrozza a Gonzaga.
Per concludere, vogliamo raccontarvi questa favola del Re Nudo. Tutti vedono che la scuola è in mutande e nessuno dice niente. Beh…è ora che genitori e alunni comincino a dire la loro.
Preoccupatevi degli insegnanti che i vostri alunni hanno e avranno in classe. Pretendete che la selezione degli insegnanti, come quella degli alunni, sia basata sul merito.
Coordinamento del gruppo Facebook di docenti abilitati del TFA:
https://www.facebook.com/groups/612416545455745/
Blog: http://tfaordinario.blogspot.it/
Email del Gruppo: tieffiniordinari@gmail.com
Twitter: @tieffini
Tel. 3206034488
Canale YouTube: http://www.youtube.com/channel/UCa4OP2ILiD3LLFsyg2QLJMA
il nuovo anno scolastico sta iniziando e alle incertezze di sempre si aggiunge una situazione paradossale, ingiusta per noi e lesiva per la qualità della scuola.
Dopo diversi anni durante i quali non erano stati attivati percorsi formativi e abilitanti alla professione di insegnante, finalmente nel giugno 2012 il Ministero dell’Istruzione ha istituito il TIROCINIO FORMATIVO ATTIVO ORDINARIO (TFA). L’accesso a numero chiuso, calcolato sulla base del fabbisogno di ciascuna regione e concepito per una selezione meritocratica, prevedeva tre prove di disciplina, una nazionale e due di ateneo.
All’iter selettivo è seguito un percorso di formazione estremamente impegnativo e altamente professionalizzante, nel corso del quale abbiamo avuto modo di approfondire aspetti delle nostre discipline di insegnamento, di acquisire competenze pedagogiche e didattiche (con adeguata attenzione agli studenti con bisogni educativi speciali) e di essere valutati per il lavoro svolto in classe come insegnanti.Dei 115.000 candidati che hanno partecipato alle selezioni per il TFA, solo una piccola parte è risultata idonea e, di quella parte, soltanto i primi 11.000 sono riusciti ad entrare (gli 11.000 con il punteggio più alto risultante dai punteggi ottenuti nelle singole prove, dai titoli - voto di laurea, dottorati, master - e dal servizio), ottenendo l’ammissione ai corsi di durata annuale presso le Università e al tirocinio presso gli Istituti scolastici.
Sì, avete letto bene, siamo stati osservati e valutati nello svolgimento del nostro lavoro. Chi ha svolto l’intero percorso con un voto almeno di 70 /100 ha potuto ambire all’abilitazione.
Il titolo conseguito dà diritto all’iscrizione nella II fascia delle graduatorie di istituto (art. 4 comma 27-bis del D.M. 81/13), elenco prioritario rispetto alla III fascia (in quest’ultima si trovano i docenti non abilitati). Il Ministero, altresì, aveva invitato le Università a chiudere il primo ciclo del TFA entro l’estate in modo tale da poter spendere l’abilitazione fin da quest’anno scolastico (nota del 17 aprile 2013).
Non si è tuttavia considerato che ad oggi l’aggiornamento delle graduatorie di istituto, che permetterebbe il riconoscimento del titolo abilitante e quindi il passaggio dalla III alla II fascia, non si terrà fino all’estate 2014. Ciò significa che quest’anno molti insegnanti abilitati grazie al TFA non entreranno in classe in quanto il loro titolo, faticosamente conseguito, non viene riconosciuto dallo stesso Stato italiano che lo ha conferito. Questa situazione paradossale fa sì che le scuole, che proprio in questi giorni stanno convocando gli insegnanti per il nuovo anno scolastico, continuino ad affidare incarichi a personale non abilitato pur in presenza di docenti convenientemente formati.
Cosa impedisce al Ministro di emanare un decreto che permetta a noi di aggiornare la nostra posizione e alle scuole di dare la precedenza a noi abilitati rispetto ai colleghi non abilitati nelle graduatorie di istituto?
Ma non è finita: fra poco verrà avviato un Percorso Abilitante Speciale. Unico requisito per entrare: avere 3 anni di servizio, di cui almeno uno nella materia in cui ci si vuole abilitare. Non importa come le persone abbiamo lavorato in quei 3 anni o più. Nessuno controllerà ciò che è stato fatto e come, nessuno entrerà nelle loro classi come è accaduto a noi, per valutare le competenze didattiche, pedagogiche e disciplinari. L’abilitazione verrà ottenuta al conseguimento di una votazione minima di 60/100 (e non 70/100 come nel nostro caso). Nessun numero chiuso (per noi sì invece), nessuna selezione iniziale (per noi è stata tripla). Il Ministero ha per anni sfruttato il precariato perché costava meno. Ora ha tirato troppo la corda e per evitare ricorsi per la mancata applicazione della stabilizzazione dopo 3 contratti annuali a tempo determinato tira fuori dal cappello i Percorsi Abilitanti Speciali attraverso i quali potranno ambire al nostro stesso titolo i precari che non hanno partecipato o non hanno superato le prove del Tfa ordinario (e, prima ancora, quelle di accesso alle vecchie SSIS, le scuole che fino al 2009 conferivano l’abilitazione). La storia è quella del bastone e della carota solo che invece di dare bastone e carota alle stesse persone, per noi abilitati del Tfa Ordinario… solo bastone. Per gli studenti che ambiscono ad avere personale selezionato e formato… bastone. Per i genitori che pagano le tasse nella speranza di un qualche riscontro… bastone pure a loro.
Con questo non vogliamo dire che chi non ha superato la selezione o non si sia presentato in attesa dei percorsi speciali non possa essere un buon insegnante, ma solo che le sue competenze non verranno controllate come nel nostro caso e che nessuno si prenderà la briga di valutare ciò che effettivamente fanno dentro le loro classi, quando tutti sappiamo che se i muri potessero parlare avrebbero sicuramente da raccontarci qualcosa di interessante. Ed è per aspettare che anche questi colleghi si abilitino che dobbiamo aspettare. Noi e voi.
Se avete letto fino a qui vi ringraziamo, sappiamo che in questa situazione in cui i problemi sono tanti non sempre si ha la forza o il tempo di poter seguire queste questioni che però sono di vitale importanza per la formazione delle nuove generazioni.
In conclusione approfittiamo di questa occasione per sfatare un mito legato alle persone che come noi hanno superato la selezione. Molti vogliono far credere che i neo-abilitati attraverso il TFA Ordinario siano soprattutto neolaureati di primo pelo che non hanno mai messo piede in classe, mentre la realtà delle cose è che l’età media degli abilitati di questo TFA è di 37/38 anni. Si tratta cioè nella maggior parte dei casi di insegnanti con esperienza sul campo, che lavorano già da diversi anni e che, a differenza di altri colleghi anch’essi precari, si sono sottoposti ad una selezione e l’hanno superata.
Per aggiornare il nostro punteggio, lo ripetiamo, è sufficiente un decreto ministeriale del Ministro dell’Istruzione Carrozza (il Ministro emana il decreto e in una settimana le graduatorie delle scuole vengono aggiornate). Ma per il momento il Ministro sembra più impegnato a garantire l’avvio dei Percorsi Abilitativi Speciali piuttosto che a garantire agli studenti di essere seguiti da personale selezionato e appositamente formato.
Cosa possono fare i genitori e gli alunni? Ribellarsi!
Pretendere che venga garantito sin da quest’anno un organico che includa gli insegnanti abilitati attraverso i TFA ordinari (attribuendo loro la priorità rispetto ai non abilitati).
La richiesta può essere inoltrata individualmente o attraverso i propri rappresentanti direttamente al Ministro Carrozza: carrozza_m@camera.it, al Presidente della Commissione Cultura del Parlamento Galan: galan_g@camera.it e facendo pressione sulle istituzioni regionali: Giunta regionale, Uffici Scolastici Regionali. Spingendo i Comitati Genitori e Studenteschi a far sentire la propria voce.
Noi, da parte nostra, ci stiamo facendo sentire attraverso i diversi gruppi di coordinamento degli abilitati con Tfa Ordinario, gruppi con i quali condividiamo la battaglia per una scuola che crede nella selezione e nella formazione del personale educativo e non nelle politica delle sanatorie più spregiudicate. E’ in virtù di questi ideali che sabato 7 settembre abbiamo manifestato a Roma davanti al Miur, mentre una nostra delegazione ha incontrato il Ministro Carrozza a Gonzaga.
Per concludere, vogliamo raccontarvi questa favola del Re Nudo. Tutti vedono che la scuola è in mutande e nessuno dice niente. Beh…è ora che genitori e alunni comincino a dire la loro.
Preoccupatevi degli insegnanti che i vostri alunni hanno e avranno in classe. Pretendete che la selezione degli insegnanti, come quella degli alunni, sia basata sul merito.
Coordinamento del gruppo Facebook di docenti abilitati del TFA:
https://www.facebook.com/groups/612416545455745/
Blog: http://tfaordinario.blogspot.it/
Email del Gruppo: tieffiniordinari@gmail.com
Twitter: @tieffini
Tel. 3206034488
Canale YouTube: http://www.youtube.com/channel/UCa4OP2ILiD3LLFsyg2QLJMA
© RIPRODUZIONE RISERVATA