Il Comitato Civico No al Progetto Eleonora replica alle dichiarazioni della Saras
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(IlMinuto) – Cagliari, 26 agosto – Dopo che la Saras S.p.a. in data 20 agosto 2013 ha richiesto e ottenuto la sospensione del procedimento di Valutazione di Impatto ambientale (V.I.A.) fino al 31 ottobre prossimo, il Comitato Civico No al Progetto Eleonora replica alle dichiarazioni con cui la società di casa Moratti ribadisce, nelle pagine del quotidiano “La Nuova Sardegna" dello scorso 22 agosto, la validità del progetto.
Di seguito riportiamo la risposta integrale del Comitato:
Il Proponente non è – in effetti – obbligato a produrre le integrazioni suggerite dalla valanga di osservazioni giunte al tavolo del SAVI. Avrebbe potuto lasciare inalterato lo Studio di Impatto Ambientale e con quello entrare in Conferenza istruttoria, con probabilità però ridotte all'osso di vedersi promuovere il Progetto: ne consegue che la decisione di modificare sostanzialmente lo Studio deriva dalla consapevolezza che le centinaia di osservazioni hanno messo a nudo la precarietà dell'intera impalcatura progettuale, da cui nasce il timore assai fondato della Saras di ricevere la bocciatura dagli Uffici del SAVI. Le modifiche, in poche parole, nascono dalla paura di perdere la partita e non certo dalla scelta di “seguire la strada della trasparenza, della correttezza e del rispetto”.
Di questo gioco, del ritenerci dei babbei, siamo francamente stufi.
Interessante la motivazione della richiesta di sospensione dei termini: “tecnici e consulenti in ferie hanno richiesto maggiore tempo a disposizione”.
Mentre il Comitato promuoveva iniziative pubbliche in pieno agosto, i tecnici e i consulenti del Proponente prendevano il sole, magari nei mari della costa sarda.
Ci chiediamo se la Saras non fosse già a conoscenza, quando presentò lo Studio definitivo a metà aprile, che anche quest'anno sarebbe arrivato implacabile il mese di agosto, con relative ferie; e ci stupiamo che il SAVI possa avere ritenuto plausibili queste motivazioni per avallare la richiesta di sospensione. La pausa estiva era del tutto ovvia fin dall'inizio della procedura, avrebbero dovuto pianificare la tempistica per tempo e non cadere dalle nuvole come dei dilettanti.
Quando il dossier della Saras sarà pronto e presentato nuovamente in Regione, la riapertura di nuovi 60 giorni per formulare osservazioni è garantita per Legge, come dispone il comma 4 dell'articolo 10 della normativa di VIA, poiché le modifiche saranno per forza sostanziali e meritevoli di approfondimento (che senso avrebbe infatti chiedere ulteriori due mesi di tempo, se non per apportare modifiche corpose al Progetto?).
Infine, nell'articolo si scrive che si tratta di sospensione e non di proroga, visto che la proroga non è contemplata dalla norma. Non è esatto. La Delibera di Giunta n. 34/33 del 7 agosto 2012 prevede la possibilità della proroga, sempre all'articolo 10 (che disciplina il procedimento) e recita testualmente: Nei casi di particolare complessità, con atto motivato, il Servizio SAVI può stabilire una proroga dei termini per la conclusione della procedura, non superiore a sessanta giorni, dandone comunicazione al Proponente. La differenza, non da poco, è che la proroga non può essere richiesta dal Proponente ma decisa direttamente dal SAVI nei casi di particolare complessità. Esisterebbero, semmai, forti dubbi proprio sulla legittimità della sospensione: normalmente, quando si richiede (e si concede) un termine di sospensione, si dovrebbe indicare il giorno di inizio e quello finale, per identificare il periodo di “congelamento” di una procedura.
Infatti, il termine “sospensione” è presente nella normativa solo per ricordare che tutti gli anni, dal 1 al 31 agosto, si attiva una sospensione dei termini dei procedimenti (articolo 15).
Posticipare una scadenza per la presentazione delle modifiche assomiglia invece molto più a una proroga che a una sospensione.
Niente sarà lasciato al caso e andremo a fondo anche riguardo alla legittimità di questo bizzarro allungamento dei termini concesso, a quanto pare, con la motivazione urgente di non interrompere la tintarella ai tecnici e ai consulenti che bivaccano sotto il sole d’estate.
Il Comitato No al Progetto Eleonora, come già diverse altre volte in passato, rende noto alla Saras di essere informato sui fatti e a conoscenza della normativa vigente. E precisa, inoltre, che pur non avendo fatto ferie si sente sufficientemente riposato e fresco da essere in grado di controbattere con cognizione di causa a giustificazioni pretestuose e vaghe come quelle su esposte. La tendenza ormai consolidata, da parte del Proponente, di ritenere ignoranti tutti coloro che si oppongono al proprio Progetto è l'ennesima conferma della scarsa considerazione culturale, prima ancora che tecnica, che la Società milanese continua a mantenere nei confronti della comunità, delle amministrazioni, della stessa politica sarda.
Ci auguriamo che i rispettivi fronti di lotta, d'ora in poi, siano portati avanti nel segno di un maggior rispetto reciproco, al di fuori di un utilizzo improprio dei mezzi di comunicazione, intesi troppo spesso (da chi sostiene il rilancio della petrolchimica in Sardegna) come luoghi a disposizione per slogan superficiali e privi di sostanza, e non invece come spazi di informazione e approfondimento a uso e consumo dei cittadini.
Di seguito riportiamo la risposta integrale del Comitato:
Il Proponente non è – in effetti – obbligato a produrre le integrazioni suggerite dalla valanga di osservazioni giunte al tavolo del SAVI. Avrebbe potuto lasciare inalterato lo Studio di Impatto Ambientale e con quello entrare in Conferenza istruttoria, con probabilità però ridotte all'osso di vedersi promuovere il Progetto: ne consegue che la decisione di modificare sostanzialmente lo Studio deriva dalla consapevolezza che le centinaia di osservazioni hanno messo a nudo la precarietà dell'intera impalcatura progettuale, da cui nasce il timore assai fondato della Saras di ricevere la bocciatura dagli Uffici del SAVI. Le modifiche, in poche parole, nascono dalla paura di perdere la partita e non certo dalla scelta di “seguire la strada della trasparenza, della correttezza e del rispetto”.
Di questo gioco, del ritenerci dei babbei, siamo francamente stufi.
Interessante la motivazione della richiesta di sospensione dei termini: “tecnici e consulenti in ferie hanno richiesto maggiore tempo a disposizione”.
Mentre il Comitato promuoveva iniziative pubbliche in pieno agosto, i tecnici e i consulenti del Proponente prendevano il sole, magari nei mari della costa sarda.
Ci chiediamo se la Saras non fosse già a conoscenza, quando presentò lo Studio definitivo a metà aprile, che anche quest'anno sarebbe arrivato implacabile il mese di agosto, con relative ferie; e ci stupiamo che il SAVI possa avere ritenuto plausibili queste motivazioni per avallare la richiesta di sospensione. La pausa estiva era del tutto ovvia fin dall'inizio della procedura, avrebbero dovuto pianificare la tempistica per tempo e non cadere dalle nuvole come dei dilettanti.
Quando il dossier della Saras sarà pronto e presentato nuovamente in Regione, la riapertura di nuovi 60 giorni per formulare osservazioni è garantita per Legge, come dispone il comma 4 dell'articolo 10 della normativa di VIA, poiché le modifiche saranno per forza sostanziali e meritevoli di approfondimento (che senso avrebbe infatti chiedere ulteriori due mesi di tempo, se non per apportare modifiche corpose al Progetto?).
Infine, nell'articolo si scrive che si tratta di sospensione e non di proroga, visto che la proroga non è contemplata dalla norma. Non è esatto. La Delibera di Giunta n. 34/33 del 7 agosto 2012 prevede la possibilità della proroga, sempre all'articolo 10 (che disciplina il procedimento) e recita testualmente: Nei casi di particolare complessità, con atto motivato, il Servizio SAVI può stabilire una proroga dei termini per la conclusione della procedura, non superiore a sessanta giorni, dandone comunicazione al Proponente. La differenza, non da poco, è che la proroga non può essere richiesta dal Proponente ma decisa direttamente dal SAVI nei casi di particolare complessità. Esisterebbero, semmai, forti dubbi proprio sulla legittimità della sospensione: normalmente, quando si richiede (e si concede) un termine di sospensione, si dovrebbe indicare il giorno di inizio e quello finale, per identificare il periodo di “congelamento” di una procedura.
Infatti, il termine “sospensione” è presente nella normativa solo per ricordare che tutti gli anni, dal 1 al 31 agosto, si attiva una sospensione dei termini dei procedimenti (articolo 15).
Posticipare una scadenza per la presentazione delle modifiche assomiglia invece molto più a una proroga che a una sospensione.
Niente sarà lasciato al caso e andremo a fondo anche riguardo alla legittimità di questo bizzarro allungamento dei termini concesso, a quanto pare, con la motivazione urgente di non interrompere la tintarella ai tecnici e ai consulenti che bivaccano sotto il sole d’estate.
Il Comitato No al Progetto Eleonora, come già diverse altre volte in passato, rende noto alla Saras di essere informato sui fatti e a conoscenza della normativa vigente. E precisa, inoltre, che pur non avendo fatto ferie si sente sufficientemente riposato e fresco da essere in grado di controbattere con cognizione di causa a giustificazioni pretestuose e vaghe come quelle su esposte. La tendenza ormai consolidata, da parte del Proponente, di ritenere ignoranti tutti coloro che si oppongono al proprio Progetto è l'ennesima conferma della scarsa considerazione culturale, prima ancora che tecnica, che la Società milanese continua a mantenere nei confronti della comunità, delle amministrazioni, della stessa politica sarda.
Ci auguriamo che i rispettivi fronti di lotta, d'ora in poi, siano portati avanti nel segno di un maggior rispetto reciproco, al di fuori di un utilizzo improprio dei mezzi di comunicazione, intesi troppo spesso (da chi sostiene il rilancio della petrolchimica in Sardegna) come luoghi a disposizione per slogan superficiali e privi di sostanza, e non invece come spazi di informazione e approfondimento a uso e consumo dei cittadini.
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