“A Monserrato non si può dire che la chiesa non paga l’Ici”, la denuncia di un collettivo di cittadini

1 Febbraio 2012
Image
DSCN6275-1-300x225.jpg
(IlMinuto) – Cagliari, 1 febbraio – Abbanoa, il razzismo, il colpo di stato in Cile, l’anniversario della morte di Che Guevara. Sono questi i temi di cui si è occupato dalla primavera scorsa il collettivo “Per una autentica democrazia partecipata di Monserrato”. Lo ha fatto attaccando bellissimi manifesti nei muri della città, e lo ha fatto dopo aver chiesto all’amministrazione del paese in Provincia di Cagliari la concessione di spazi pubblici per continuare l’opera di sensibilizzazione della cittadinanza che era cominciata con la campagna referendaria contro il nucleare. Non avendo ricevuto nessuna risposta dall’amministrazione, i cittadini hanno interpretato il silenzio del Comune come un via libera alla affissione: chi tace acconsente. Il lavoro del collettivo è proseguito tranquillamente sinché non sono stati attaccati i manifesti con la scritta: “Due miliardi di euro [di Ici, ndr]. Questa è la cifra che la chiesa non paga allo stato”. Accusa a cui un prete ha risposto con un’altra scritta: "Quante bugie da parte dei nemici della chiesa". Poco dopo l’intervento dell’amministrazione, che – spiegano gli esponenti del collettivo – “ha ordinato l’eliminazione immediata di tutti i manifesti e ha minacciato multe e altro”. “Pensavamo – si legge in una nota - che le idee contrarie alle proprie andassero contrastate ma non cancellate. I cittadini monserratini possono essere così informati sugli ultimi avvenimenti: svendite promozionali, circhi equestri, sagre varie, ma non sul fatto che la chiesa cattolica evada o meno l’Ici”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA