Documento: componenti civili Comipa, "Non partecipiamo a riunione. No a atteggiamento pilatesco"

25 Maggio 2011
I membri del Comitato Misto Paritetico sulle attività militari in Sardegna, rappresentanti il Consiglio Regionale Sardo, non partecipano alla riunione convocata per il giorno 23 Maggio presso il Comando Marina di Cagliari, per l’esame dei programmi addestrativi del secondo semestre 2011, per i seguenti motivi:
le problematiche che emergono dalle vicende legate alle attività militari in Sardegna sono giunte ad un punto tale che non consentono a nessuno un approccio pilatesco o, peggio ancora, noncurante delle conseguenze, quasi che, approvare i programmi e quindi avallare tutte le operazioni connesse, sia un momento distinto e senza un legame logico e consequenziale con gli effetti che conseguono a queste operazioni.
In diverse circostanze e da troppi anni abbiamo sollevato dubbi, manifestato perplessità e reiterato, inascoltati, la richiesta improcrastinabile di un serio, oggettivo e neutrale monitoraggio ambientale per tutti i poligoni sardi: Quirra, Capo Teulada, Capo Frasca, innanzitutto.
C’è voluta la magistratura, verrebbe da dire, e un accumulo inusitato di indizi tutt’altro che rassicuranti; non ci sentiamo per questo sminuiti o scavalcati, da qualunque parte venga un approccio serio a queste tematiche ben venga ma soprattutto presto venga!
Il monitoraggio ambientale, quello vero, arriva a Quirra quando forse le situazioni parrebbero assai compromesse; una ragione ulteriore perché si estenda immediatamente l’indagine anche agli altri siti, sperando che corrisponda ai canoni di una ragionevole ed opportuna opera di prevenzione, senza aspettare che si alimenti una nefasta psicosi collettiva, che si produca immediatamente il danno di immagine senza avere alcuna certezza sulla reale situazione oggettiva, senza che sia necessaria la riesumazione delle vittime o la ricerca affannosa di porre riparo all’irreparabile.
Una normale, dovuta attività di prevenzione invece, avendo come obiettivo attività addestrative compatibili con le situazioni reali in cui si va ad incidere, selezionando ed utilizzando tecniche e materiali adeguati a garantire la salute, in prima luogo degli addetti che lavorano e vivono nei poligoni, ma con la dovuta attenzione alle popolazioni civili dei territori più prossimi ai siti militari che, senza averlo scelto, si trovano a subire le conseguenze come se fossero maestranze degli stessi o peggio un complemento qualunque dei luoghi interessati dalle esercitazioni.
Per questi motivi riteniamo che i programmi addestrativi possano essere esaminati, discussi e licenziati solamente in presenza di uno scenario che comprenda impegni concreti di tutti coloro che hanno competenza in materia, per la soluzione dei problemi evidenti a qualunque cittadino consapevole, ancora di più se direttamente investito di una quota di responsabilità rispetto ad essi.
Per quanto ci riguarda riteniamo che svolgere fino in fondo la nostra funzione significhi sollevare tempestivamente le questioni nelle sedi competenti, lontano dai clamori ma prossimi alle sedi deputate ad assumere le opportune decisioni, come è stato recentissimamente nella sede istituzionale della Presidenza del Consiglio Regionale, direttamente con l’On. Claudia Lombardo, prospettando le questioni e chiedendo cortesemente di farsi tramite nei confronti della competente commissione consiliare per una audizione sull’argomento.
La stessa richiesta invieremo immediatamente all’Assessore Liori e a tutti i gruppi consiliari regionali perche si facciano carico del problema, ad incominciare dallo stanziamento delle risorse necessarie per il monitoraggio ambientale di tutti i poligoni e delle azioni che ne dovessero conseguire.


Aramu, Cherchi, Fiori, Fronterrè, Mocci, Orrù, Tanas
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