In Sardegna crepare di lavoro è più facile che altrove. Sono undici le "morti bianche" nei primi sei mesi del 2010

17 Luglio 2010
(IlMinuto) - Cagliari, 17 luglio - Qualche volta le statistiche non mentono. In Sardegna morire di lavoro è più facile che in molte altre regioni italiane. Lo rivela l'ultimo rapporto dell'Osservatorio sugli infortuni della Vega Engineering.
Nei primi sei mesi del 2010 nell'Isola hanno infatti perso la vita 11 lavoratori: il 4,6 per cento del totale delle morti sul lavoro in Italia, poco distante dal 5,4 del Piemonte.
Una percentuale più che proporzionale al numero di abitanti (con 1.671.937 l'Isola arriva al 2,76 per cento della popolazione italiana) e quasi doppia rispetto alla percentuale di occupati che lavorano in Sardegna (2,58 per cento).
La crisi spinge molte aziende a considerare il rispetto delle norme della sicurezza come un inutile costo da tagliare. Tant'è che - aveva detto qualche mese fa Giovanni Matta della Cisl - "fra 496 aziende monitorate ben 400 non sono in regola".
La strage del lavoro coinvolge ogni regione. Dall'inizio dell'anno in Italia sono state 241 le cosiddette "morti bianche", al ritmo di 40 vittime al mese.
"Il maggior numero di morti - si legge nella nota diffusa dall'Osservatorio - si conta nella fascia d'età fra i 40 e i 60 anni, tra i lavoratori che di solito dispongono di comprovata esperienza. Il 7,5 per cento dei morti non sono italiani. L'agricoltura è ormai il cimitero del lavoro, con il 39 per cento dei morti".
Ma quali sono le cause più frequenti degli incidenti mortali sul lavoro? Secondo l'Osservatorio Vega Engineering di Mestre il 23,7 delle morti sono provocate dai "ribaltamenti di veicoli e di mezzi in movimento", il 21,2 dalle "cadute dall’alto", il 12,4 dalla "caduta dall’alto di oggetti pesanti" e il 10,8 da "investimenti di mezzi".
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