Sanità. Gisella Trincas: "Nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura 1 di Cagliari si violano i diritti umani"
(IlMinuto) – Cagliari, 26 luglio – "Nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura 1 di Cagliari, diretto da Paolo Turri, si continuano a violare i diritti umani. Un giovane ragazzo di poco più di 20 anni, al suo primo ricovero (in trattamento sanitario obbligatorio) è legato in un letto di questo servizio". E' quanto denuncia con una nota Gisella Trincas, Presidente Associazione Sarda per l'Attuazione della Riforma Psichiatrica.
"Questa pratica disumana - sottolinea Trincas - continua ad essere attuata in questo servizio, nonostante l'ammodernamento, la riduzione dei posti letto a 15, l'apertura di un nuovo servizio di diagnosi e cura nello stesso ospedale di Is Mirrionis".
"Si lega e si tengono le porte chiuse - spiega Trincas - gestendo di fatto questo luogo come (...) un luogo di 'contenimento e controllo'. Proprio come era il Manicomio!".
"Perchè - chiede Trincas - nel periodo in cui il Primario era sospeso dal servizio non si legava? Perchè in altre parti d'Italia è possibile curare nel rispetto della libertà e della dignità delle persone?".
Sulla questione è intervenuto anche il Prc della Federazione di Cagliari, con una lettera indirizzata all'assessore regionale della Sanità, Antonello Liori, e al presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul Servizio sanitario nazionale Ignazio Marino.
"Il Trattamento sanitario obbligatorio - scrivono il responsabile Diritti civili Roberto Loddo e il segretario federale Giuseppe Stocchino - dovrebbe essere una extrema ratio solo di fronte all'impossibilità di affrontare la malattia in modo diverso dal ricovero coatto. Tristemente famosa è la vicenda del Sig. Giuseppe Casu, che nel 2006 venne legato mani e piedi al letto e imbottito di psicofarmaci, per rimanere in questo stato, ininterrottamente, per sette giorni, fino alla sua morte".
"Senza il consenso del paziente - conclude il Prc - non ci può essere cura. Per questi motivi chiediamo all'Assessore regionale alla Sanità Antonello Liori il rispetto della legge 180 e la fine delle vecchie pratiche manicomiali. Chiediamo il rispetto dell'attuale Piano Regionale Salute Mentale che indica tra le priorità l'eliminazione della contenzione".
"Questa pratica disumana - sottolinea Trincas - continua ad essere attuata in questo servizio, nonostante l'ammodernamento, la riduzione dei posti letto a 15, l'apertura di un nuovo servizio di diagnosi e cura nello stesso ospedale di Is Mirrionis".
"Si lega e si tengono le porte chiuse - spiega Trincas - gestendo di fatto questo luogo come (...) un luogo di 'contenimento e controllo'. Proprio come era il Manicomio!".
"Perchè - chiede Trincas - nel periodo in cui il Primario era sospeso dal servizio non si legava? Perchè in altre parti d'Italia è possibile curare nel rispetto della libertà e della dignità delle persone?".
Sulla questione è intervenuto anche il Prc della Federazione di Cagliari, con una lettera indirizzata all'assessore regionale della Sanità, Antonello Liori, e al presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul Servizio sanitario nazionale Ignazio Marino.
"Il Trattamento sanitario obbligatorio - scrivono il responsabile Diritti civili Roberto Loddo e il segretario federale Giuseppe Stocchino - dovrebbe essere una extrema ratio solo di fronte all'impossibilità di affrontare la malattia in modo diverso dal ricovero coatto. Tristemente famosa è la vicenda del Sig. Giuseppe Casu, che nel 2006 venne legato mani e piedi al letto e imbottito di psicofarmaci, per rimanere in questo stato, ininterrottamente, per sette giorni, fino alla sua morte".
"Senza il consenso del paziente - conclude il Prc - non ci può essere cura. Per questi motivi chiediamo all'Assessore regionale alla Sanità Antonello Liori il rispetto della legge 180 e la fine delle vecchie pratiche manicomiali. Chiediamo il rispetto dell'attuale Piano Regionale Salute Mentale che indica tra le priorità l'eliminazione della contenzione".
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