Dibattito eolico. Zuncheddu (Rossomori): "Noi eredi di Lussu. Questo rigurgito di neofascismo non ci intimorisce"
(IlMinuto) – Cagliari, 2 giugno - "Prove tecniche di fascismo". Così la consigliera regionale dei Rossomori, Claudia Zuncheddu, definisce la "gazzarra" avvenuta ieri nell'aula di via Roma al termine dell'intervento del presidente Ugo Cappellacci sull'affaire eolico, quando ha chiesto la parola l'ex governatore Renato Soru.
La presidente dei Rossomori giudica del tutto insoddisfacenti le parole di Cappellacci ("Le intercettazioni - ribadisce - avrebbero dovuto suggerirgli le dimissioni dalla sua carica, per 'svendita delle risorse della terra dei sardi' a cricche affaristico-politiche") e denuncia "gli insulti, le volgarità, gli atteggiamenti minacciosi riservati all’ex presidente Renato Soru".
Soru - osserva Zuncheddu - "ha semplicemente chiesto che su temi così importanti e determinati per il futuro democratico della Sardegna, si aprisse un ampio dibattito per consentire a tutti i consiglieri un confronto libero, franco e leale".
La Conferenza dei Capigruppo aveva però deciso a maggioranza di limitare ad un intervento di 10 minuti per gruppo il dibattito sull'affaire eolico in Consiglio regionale.
"Questa gazzarra degna del miglior fascismo berlusconiano - sottolinea la sardista di sinistra - orchestrata dai banchi del centrodestra e delle 'truppe coloniali' ha impedito il confronto costringendo le opposizioni all’abbandono dell’aula per protesta".
Zuncheddu invita le forze di opposizione in Consiglio regionale alla "mobilitazione e alla vigilanza democratica.
"Non dobbiamo permettere - conclude - che l’Assemblea dei sardi divenga un 'bivacco di manipoli' per citare un personaggio a loro caro. I Rossomori, degni eredi di Emilio Lussu, non si lasceranno intimorire da questo rigurgito di neofascismo, tanto meno permetteranno che questa prassi antidemocratica venga consolidata, magari con l’aiuto delle cariche istituzionali della Regione".
La presidente dei Rossomori giudica del tutto insoddisfacenti le parole di Cappellacci ("Le intercettazioni - ribadisce - avrebbero dovuto suggerirgli le dimissioni dalla sua carica, per 'svendita delle risorse della terra dei sardi' a cricche affaristico-politiche") e denuncia "gli insulti, le volgarità, gli atteggiamenti minacciosi riservati all’ex presidente Renato Soru".
Soru - osserva Zuncheddu - "ha semplicemente chiesto che su temi così importanti e determinati per il futuro democratico della Sardegna, si aprisse un ampio dibattito per consentire a tutti i consiglieri un confronto libero, franco e leale".
La Conferenza dei Capigruppo aveva però deciso a maggioranza di limitare ad un intervento di 10 minuti per gruppo il dibattito sull'affaire eolico in Consiglio regionale.
"Questa gazzarra degna del miglior fascismo berlusconiano - sottolinea la sardista di sinistra - orchestrata dai banchi del centrodestra e delle 'truppe coloniali' ha impedito il confronto costringendo le opposizioni all’abbandono dell’aula per protesta".
Zuncheddu invita le forze di opposizione in Consiglio regionale alla "mobilitazione e alla vigilanza democratica.
"Non dobbiamo permettere - conclude - che l’Assemblea dei sardi divenga un 'bivacco di manipoli' per citare un personaggio a loro caro. I Rossomori, degni eredi di Emilio Lussu, non si lasceranno intimorire da questo rigurgito di neofascismo, tanto meno permetteranno che questa prassi antidemocratica venga consolidata, magari con l’aiuto delle cariche istituzionali della Regione".
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