Zuncheddu (Rossomori): "La chiusura del Centro di Procreazione assistita ProMea discrimina le donne"
(IlMinuto) – Cagliari, 20 aprile - "La chiusura improvvisa e ingiustificata del Centro di Procreazione Medicalmente Assistita ProMeA ha arrecato pesanti disagi ai pazienti in cura e leso gravemente per l’ennesima volta i diritti delle donne sarde". E' quanto afferma la consigliera regionale dei Rossomori Claudia Zuncheddu con un'interrogazione sulla chiusura nel centro ospitato nel Policlinico "Città di Quartu" e guidato dall’equipe del dottor Gandolfi e della dottoressa Mascia.
"La chiusura del Centro Pro.Me.A. - sostiene Zuncheddu - è inaccettabile in quanto costituiva un fiore all’occhiello del Servizio sanitario regionale: ha infatti garantito assistenza nel campo della fecondazione assistita al 40 per cento dei casi trattati nell’intera Sardegna. Questo centro di eccellenza sardo - prosegue la sardista di sinistra - ha permesso a numerose coppie sia sarde che continentali di poter procreare".
Zuncheddu denuncia ancora una volta le discrimininazioni contro le donne sarde, "a cui viene negato - sottolinea - il diritto di autodeterminazione e di assistenza sanitaria nella propria terra, oltre all’ingiustificabile perdita per la Sardegna di un centro scientifico d’eccellenza di richiamo internazionale".
"Ma questa scelta - chiede retoricamente - sarà il 'frutto avvelenato' delle campagne promosse da ambienti pseudo-cattolici legati ai potentati economici Vaticani e sostenute da ambienti di centro destra?".
"La chiusura del Centro Pro.Me.A. - sostiene Zuncheddu - è inaccettabile in quanto costituiva un fiore all’occhiello del Servizio sanitario regionale: ha infatti garantito assistenza nel campo della fecondazione assistita al 40 per cento dei casi trattati nell’intera Sardegna. Questo centro di eccellenza sardo - prosegue la sardista di sinistra - ha permesso a numerose coppie sia sarde che continentali di poter procreare".
Zuncheddu denuncia ancora una volta le discrimininazioni contro le donne sarde, "a cui viene negato - sottolinea - il diritto di autodeterminazione e di assistenza sanitaria nella propria terra, oltre all’ingiustificabile perdita per la Sardegna di un centro scientifico d’eccellenza di richiamo internazionale".
"Ma questa scelta - chiede retoricamente - sarà il 'frutto avvelenato' delle campagne promosse da ambienti pseudo-cattolici legati ai potentati economici Vaticani e sostenute da ambienti di centro destra?".
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