Documento. Rossomori: la lettera dimissioni dal Comitato federale nazionale di Baldussi, Caria e Cipriano
Abbiamo aderito a questo movimento perchè convinti che potesse essere promotore di un modello alternativo a quello unico proposto dalla Casta italiana.
Dobbiamo tristemente constatare che tutte le premesse alla costruzione del nuovo movimento sono state disattese sin dalla prima assemblea costituente tenutasi lo scorso febbraio.
Il modello partecipativo è stato sostituito da una spartizione di incarichi, a suon di applausi in perfetto vecchio stile balcanico, e il “partito” messo in mano ad un segretario che si è circondato, senza consultazione alcuna, di suoi collaboratori fidati in una gestione verticistica in piena contraddizione con i principii enunciati in assemblea costituente.
I firmatari di questo documento motivano le loro dimissioni da qualsiasi incarico dirigente all’interno del movimento Rossomori per il totale contrasto con le decisioni, mai discusse in comitato nazionale (organo preposto a deliberare su questioni di interesse generale), di derogare al principio fondamentale della 'questione morale' aderendo alla coalizione di centrosinistra nella provincia di Cagliari che sostiene la candidatura di Graziano Milia, nonostante la sua condanna definitiva per abuso d’ufficio.
Si allontanano da un movimento che, per bocca del suo segretario, vuole porre le basi ideali sulle teorie di Jacques Attali, noto per le sue posizioni favorevoli a un Grande Governo Mondiale, antitetiche all’indipendentismo e al sardismo di Lussu e Simon Mossa, nonché presidente della “Commissione per la liberazione della crescita” promossa dal governo di destra Sarkozy e presa a modello dal sindaco Alemanno a Roma.
Avevamo deciso di aderire ai Rossomori convinti che volessero essere fautori delle ragioni dell’indipendentismo per contrastare la globalizzazione che vuole demolire confini e differenze in nome della Crescita e del PIL. Non solo apprendiamo che così non è, ma che il nostro Segretario sostiene tesi contrarie a quelle enunciate dallo statuto che citano come riferimenti l’indipendentismo e la partecipazione democratica.
Ritenevamo di concorrere alla nascita di una speranza per la Sardegna, per il riscatto dei sardi, che volesse aprire una nuova fase per la politica nazionale, alternativo alla Casta italiana, promotore della moralità nella politica e di un modello basato sulla comunità locale, sulla collaborazione e la solidarietà e non sulla competitività e lo sfruttamento. Noi crediamo che l’indipendenza dei sardi sia funzionale al superamento del modello unico della “crescita economica”, in linea con le teorie dell’indimenticato grande intellettuale sardo Eliseo Spiga.
Purtroppo constatiamo di ritrovarci all’interno della solita appendice del centrosinistra italiano, gestito in maniera verticistica e burocratica dove anche il minimo dissenso viene soffocato e superato da decisioni prese in autonomia assoluta da un conciliabolo di politicanti autoreferenziali.
Per questi ed altri motivi non ci sentiamo di poter coerentemente sostenere l'attività politica del nascente partito così distante dal nostro pensiero politico.
Pertanto ci dimettiamo immediatamente dal Comitato Federale Nazionale Rossomori.
Cagliari, 19 Aprile 2010
Alessandro Baldussi Luisella Caria Tullio Cipriano